È un orrore di proporzioni inaudite, che probabilmente non ha precedenti. Tutto è partito dai documenti rinvenuti dalla ricercatrice Catherine Corless sulle morti infantili presso la struttura di Tuam, nella contea di Galway, nella Repubblica d'Irlanda: aveva scoperto una fossa comune con i cadaveri di centinaia di feti, neonati e bambini. Oggi arriva la conferma della Commission on Mother and Baby Homes, che ha svolto l’inchiesta sulle case per ragazze madri e orfani gestite da religiose. Nei pressi dell’istituto delle suore del Bon Secour, attivo dal 1925 al 1961, ci sono state 800 sepolture non classificate di bambini. I test del dna evidenziano che i corpi, sepolti in una struttura divisa in 20 sezioni, avevano un’età compresa tra le 35 settimane e i 3 anni.
L’orfanotrofio venne chiuso nel 1965. Per il ministro dell’Infanzia Katherine Zappone si tratta di una notizia "triste e disturbante", ma non inaspettata. La vicenda era stata denunciata negli anni scorsi da uno storico locale e poi, anche dopo il mea culpa della chiesa cattolica irlandese, si era passati a far luce su quegli eventi. Ne è emerso che chi viveva nelle strutture come quella di Tuam ha sofferto malnutrizione, malattie e miseria, con altissimi livelli di mortalità.
In un comunicato la commissione pubblica si è detta "scioccata" e ha chiesto l’intervento delle autorità per dare degna sepoltura ai resti. "Finora avevamo soltanto dei sospetti. Adesso abbiamo la conferma che i resti sono lì e che risalgono ai tempi della Mother and Baby Home, attiva a Tuam dal 1925 to 1961", ha detto il ministro Zappone. Negli istituti come quello di Tuam si sono consumati anche numerosi abusi su donne e bambini, come denunciato nei film "Magdalene" e "Philomena".