"La Contea di Modica – Un Grande Regno nel Regno delle due Sicilie" è un libro per chi vuole sapere praticamente tutto della città in provincia di Ragusa. Giuseppe Livia ha completato la trascrizione delle ricerche storico-culturali dell'autore, Vincenzo Livia (suo padre), morto nel 2006 a 67 anni. Si tratta di un libro sulla storia della Contea di Modica, un viaggio che dalla genesi di Modica arriva alla città degli anni '70. Giuseppe Livia assicura che "leggendo questo libro è come se ci trovassimo seduti su un treno che attraversa 2.500 anni di storia, e guardando fuori da un finestrino, vediamo scorrere tante foto che fanno da testimonianza, e ci guidano passo dopo passo, a effettuare un itinerario tra storia e cultura, quasi una mappa che indica i sentieri da seguire per scoprire vari tesori". Per tutte le informazioni, fate riferimento alla pagina Facebook del libro.
L'opera, 340 pagine a colori in copertina rigida, costa 30 euro e si può acquistare nei seguenti punti vendita:
– Libreria del Corso – corso Umberto I – Modica
– Libreria Trombadore – Traversa di Corso Umberto I – inizio via Grimaldi – Modica
– Libreria Colibrì – via Risorgimento – Modica –
– Cartolibreria Buscema – piazza Corrado Rizzone – Modica
– Cartolibreria Profetto – corso Umberto I – Modica
– Museo della Storia di Modica – ex caserma dei carabinieri – piazza Matteotti – Modica
– Casa del Libro di Giurdanella Giovanna – corso Garibaldi 12 – Modica
– Edicolè – via Sacro Cuore – Modica
PREFAZIONE (a cura del giornalista Rai Concetto Iozzia):
Se si volesse definire l’amore per la propria città con un solo aggettivo sarebbe difficile trovare un termine appropriato per “catalogare”, nella scala degli affetti, l’amore di Vincenzo Livia per Modica. Perché, come ogni sentimento importante, anche questo è un insieme di sensazioni, gioia, sofferenza, ansia, amarezza, rimpianto, orgoglio. Ma, soprattutto, di dignità. Ecco, per definire il lavoro di Livia, forse la parola più appropriata è: dignità. E’ quella che trasuda dalle pagine di quest’opera dove, fin dall’inizio, si “certifica” l’importanza di una Città dalle gloriose tradizioni ma troppo spesso “condannata” a soffrire per affermare la propria grandezza e far valere i diritti dei suoi abitanti.
Città importante, Modica. Non solo per come la descrive Vincenzo Livia. A cominciare dalla sua storia che si intreccia con la leggenda fino a diventare attualità. Nel libro si parla diffusamente delle testimonianze archeologiche che servono a suffragare – qualora ce ne fosse bisogno – la bontà delle ricostruzioni storiche. E che dire, poi, della passione con cui Vincenzo Livia descrive il glorioso periodo degli splendori della Contea. Tante curiosità, frutto di minuziose e pazienti ricerche; preziose testimonianze sulle vicende politiche, sociali e culturali di Modica e che si intrecciano con la vita e le opere di grandi personaggi, di uomini illustri apprezzati, spesso, all’estero piuttosto che in Patria. E le vicende della “Metropoli dell’antichissima Contea” (come scrive lo storico Placido Carrafa) sono anche tanti avvenimenti drammatici (peste, carestie, terremoti, alluvioni) che, nei secoli, hanno messo a dura prova il carattere del popolo modicano. Senza, tuttavia, mai piegarne la dignità.
Anche quando, nel periodo borbonico, fu interrotto lo splendore della Contea, i modicani non si arresero alle prevaricazioni e, dopo aver sostenuto l’impresa garibaldina, diedero un grandissimo contributo all’Unità d’Italia. Quella dignità che i modicani hanno saputo mettere in campo nei momenti più drammatici, come l’alluvione del 26 settembre del 1902. Vincenzo Livia dedica molte pagine all’avvenimento riportando i risultati delle sue minuziose ricerche storiche: racconti angoscianti ma, anche, testimonianze della grandissima solidarietà dimostrata da tantissime città italiane, a cominciare da Milano e da Palermo. Da queste due città prenderà il nome il quartiere dove furono costruite, con il contributo dei due capoluoghi, le prime abitazioni per ospitare gli sfollati ai quali l’alluvione aveva portato via pure la casa.
I primi anni del 1900 analizzati da Livia si soffermano sulle lotte sociali della classe contadina e sulla situazione politica a Modica e in tutto il territorio ibleo che all’ex Contea faceva riferimento. Situazione politica sfociata nello squadrismo fascista che provocò morti e feriti in diverse città. Nel periodo Mussoliniano si inserisce in maniera “forte e passionale” la vicenda della nuova Provincia con la scelta di Ragusa a capoluogo. Un evento che Vincenzo Livia rivive e fa rivivere nelle pagine del suo libro con tutta l’amarezza propria di una generazione troppo vicina a quell’avvenimento (ritenuto un sopruso consumato ai danni della capitale della Contea) per non sentirsi defraudata e scippata di qualcosa che appariva scontato.
L’ultima parte del libro di Livia è una sorta di “ritorno” alla cultura contadina, con la descrizione del duro lavoro degli spigolatori (figure caratteristiche della campagna modicana che sarà possibile vedere all’opera fino ai primi Anni Sessanta del secolo scorso), delle lotte per i diritti di quei contadini dalle mani callose, della tragedia della Seconda Guerra, della difficile ripresa dopo le distruzioni causate dal conflitto, della comparsa di una illusoria fase industriale, risoltasi, purtroppo, con gli ennesimi esempi di carrozzoni politici “mangiasoldi”. Un velo di nostalgia, pensando ai grandi uomini del passato, si coglie nelle pagine conclusive dell’opera di Vincenzo Livia il quale, però, non può che chiudere la sua encomiabile e dignitosa fatica con un appello e un augurio alle nuove generazioni: “Siate sempre fieri di essere Modicani e, se potete, continuate a scrivere pagine uniche e meravigliose, come fecero i nostri Padri”!