Pubblicato il report annuale sul Certificato di Assistenza al Parto (Cedap), relativo al 2021 e 364 punti nascita il tutta Italia. Le donne partoriscono in media a 33 anni, Sicilia tra le regioni con il tasso di natalità più elevato.
I dati del ministero
Il primo dato che emerge dal report nazionale è che le donne in Italia partoriscono in media a 33 anni. L’88% delle donne preferisce strutture pubbliche e il 62,8% delle nascite avviene in strutture con alti volumi di attività, cioè sopra i mille parti all’anno. Le donne, in 2,9 gravidanze ogni 100, hanno fatto ricorso alla fecondazione assistita.
Andando al tasso di natalità, emergono differenze notevoli tra una regione e l’altra. In particolare, la media nazionale è di 6,8 nati per mille donne in età fertile. Questo dato varia molto, passato dal 5,2 della Sardegna al 9,7 della Provincia Autonoma di Bolzano. Le regione del Centro presentano un tasso di natalità con valori inferiori alla media nazionale.
Le regioni del Sud, invece, hanno i tassi di natalità più elevati: Campania, Calabria e Sicilia hanno valori superiori alla media nazionale. Nel report annuale sul Certificato di Assistenza al Parto (Cedap) si evidenzia anche come la fecondità sia in leggera diminuzione rispetto agli scorsi anni.
Nel 2021 il numero medio di figli per donna è pari a 1,25 (rispetto a 1,46 del 2010). I livelli più elevati di fecondità sono al Nord nelle Province Autonome di Trento e Bolzano e, nel Mezzogiorno, in Campania e Sicilia. Le Regioni in assoluto meno prolifiche sono invece Sardegna e Molise.
Passando al tasso di mortalità infantile, che misura la mortalità nel primo anno di vita, risulta in continuo calo negli ultimi 10 anni in tutta l’Italia, sebbene con un rallentamento negli anni più recenti.
Nel 2018 è risultato pari a 2,88 bambini ogni mille nati vivi. A contribuire per il 70% sulla mortalità infantile è il tasso di mortalità neonatale, che rappresenta la mortalità entro il primo mese di vita. Decessi correlati principalmente alle condizioni della gravidanza e del parto o a malformazioni congenite del bambino.
Quanto all’origine delle mamme, nel 2021 circa il 19,9% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana. Questo fenomeno è più diffuso nelle zone al Centro-Nord, dove più del 26% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna, Liguria e Marche oltre il 30% delle nascite è riferito a madri straniere.
Le aree geografiche di provenienza più rappresentate sono quella dell’Africa (28,0%) e dell’Unione Europea (21,4%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana, invece, costituiscono rispettivamente il 19,0% ed l’8,7% delle madri straniere.
In ultimo, i dati all’occupazione delle neo-mamme. Dal report emerge che il 57,7% delle madri lavora, il 25,8% sono casalinghe ed il 16,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. Il 51,4% delle donne straniere sono casalinghe a fronte del 64,9% delle donne italiane che hanno invece un’occupazione lavorativa.
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