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Sono tornate in Italia 600 opere d’arte, rimpatriate dagli Stati Uniti d’America dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Si tratta di opere oggetto di traffico illecito, sequestrate a New York e nel New Jersey lo scorso anno, saccheggiate in diverse regioni italiane: Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

In prevalenza sono beni di antiquariato, archivistici, numismatici e archeologici, dal valore complessivo stimato in oltre 80 milioni di dollari. Dalle statue in bronzo a grandezza naturale alle minuscole monete romane, dai dipinti ad olio ai pavimenti a mosaico, i pezzi spaziano dal IX secolo a.C. al II secolo d.C. e ammontano a solo un anno di opere d’arte rubate e trafficate, confiscate dal procuratore di Manhattan, Matthew Bogdanos. Sono testimonianze storico-scientifiche riconducibili alle culture villanoviana, etrusca, magno-greca, sannita, apula e romano-imperiale.

Foto di Emanuele Antonio Minerva © Ministero della Cultura

Le opere restituite, insieme ai 60 oggetti rimpatriati l’anno scorso, sono solo una goccia nel mare quando si tratta di opere d’arte ancora nascoste in magazzini privati ​​ed esposte nei musei negli Stati Uniti, ha spiegato Bogdanos alla CNN. I beni da oltre 80 milioni di dollari non includono altri 100 articoli che la squadra del procuratore ha sequestrato negli Stati Uniti.

L’importanza del recupero delle opere d’arte

“Quando i manufatti vengono prelevati da tombe clandestine, non sono mai stati catalogati”, ha detto Francesco Gargaro, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Questo implica che, oltre agli oggetti stessi, è stato rubato il loro contesto storico, derubando gli archeologi di preziose informazioni. La maggior parte degli oggetti recentemente restituiti in Italia sono stati rinvenuti in scavi clandestini o rubati da chiese.

Tra gli oggetti, ad esempio, c’erano una corazza e due teste di bronzo risalenti al IV-III secolo a.C. confiscate a un gallerista di New York. C’era anche una statua in bronzo umbra raffigurante un guerriero, trafugata da un museo italiano nel 1962 e ritrovata in un noto museo americano. E, ancora, un pavimento a mosaico, raffigurante il mito di Orfeo che incanta gli animali selvatici con il suono lira, databile dalla metà del III alla metà del IV secolo d.C.: è stato recuperato dopo essere stato rubato da uno scavo clandestino in Sicilia, all’inizio degli anni Novanta. È stato confiscato dalla collezione privata di un noto collezionista newyorkese.

Il mosaico con Orfeo
Foto di Emanuele Antonio Minerva © Ministero della Cultura

C’è anche un tetradramma da Naxos in argento, IV secolo a.C., raffigurante gli dei del vino Dioniso sul dritto e Sileno sul rovescio, provento di scavi illeciti avvenuti prima del 2013 in Sicilia e successivamente esportato clandestinamente nel Regno Unito. Il bene è stato localizzato e sequestrato a New York nel 2023 dove si trovava in vendita a 500.000 dollari;

Per cercare questo tipo di beni rubati, l’unità italiana di protezione del patrimonio culturale dei Carabinieri utilizza l’intelligenza artificiale, nell’ambito di un nuovo programma chiamato “Stolen Works of Art Detection System” (SWOADS), che cerca oggetti sottratti, scansionando il web e i social media alla ricerca di immagini.

“La restituzione all’Italia di beni culturali di tale importanza, sia per la loro consistenza numerica che per il loro valore storico-artistico, costituisce un altro significativo risultato” – ha detto martedì il sottosegretario al ministero della Cultura Gianmarco Mazzi. “Oltre ad essere opere d’arte di inestimabile valore, rappresentano l’alta espressione della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità nazionale”.

Foto di Emanuele Antonio Minerva © Ministero della Cultura

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