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I siciliani una ne pensano e cento ne fanno. La saggezza popolare riserva sempre grandi sorprese e, soprattutto, trova sempre una soluzione alle problematiche della vita. Quando si parla della sorte, poi, non mancano le proposte, come quella di cui vogliamo parlarvi oggi. Tra le storie più interessanti della nostra tradizione, ci sono quelle legate alle “truvature“, cioè a tesori sparsi per l’isola, dei quali è quasi impossibili impossessarsi. Dato che, però, i siciliani non si arrendono, hanno trovato un modo per attirare la buona sorte, magari facendosi suggerire qualche buon numero per vincere al lotto.

Avete mai sentito, ad esempio l’orazione da recitare per chiamare a sé la buona sorte? Si tratta di una formula, da recitare solo e soltanto di sera, secondo alcuni quando il primo giorno del mese cade di lunedì, secondo altri semplicemente un lunedì qualunque, perché l’importante è che sia all’inizio della settimana. Quando qualcuno vuole chiamare la fortuna, la ripete prima di andare a dormire, con fervore. C’è chi giura che funzioni e chi la collega a persone, che, da un giorno all’altro, hanno azzeccato un terno secco!

Ora, sappiamo bene che non c’è nulla di scientifico in tutto questo e che, soprattutto, credere o non credere nella sorte è una scelta del tutto personale. Ciò che interessa a noi è approfondire un aspetto molto interessante della cultura popolare siciliana, delle tradizioni e di ciò che caratterizza il popolo della Sicilia. Per molti, sicuramente, vale il principio del “non è vero, ma ci credo!“. Ecco a voi l’orazione/filastrocca (in due varianti: una legata ai numeri da giocare, l’altra alla sorte più in generale).

Oggi è lu lunniri e dumani è lu martiri
la me furtuna di luntanu si parti
e si parti di luntana via
veni furtuna e veni pi mia.
Veni di iornu e nun mi fari cantari,
veni di notti e nun mi fari scantari
dammi tri nummari e fammi piggjiari
.

(Oggi è lunedì e domani martedì/ la mia sorte parte da lontano/ parte da una lunga strada/ Vieni, fortuna e vieni per me/ Vieni di giorno e non farmi cantare/ Vieni di notte e non farmi spaventare/ Dammi tre numeri e fammi vincere!)

Oggi è lu luni e dumani lu marti,
La me Sorti di ddà si parti;
E si parti di longa via,
Veni, Sorti, e parrà cu mia;
Veni prestu e nun tardari.
Veni prestu e ‘un mi fari scantari,
Veni dimmi com’haju a campari.

(Oggi è lunedì e domani martedì/ La mia buona sorte parte da lontano/ parte da una lunga strada/ Vieni, buona sorte e parla con me/ Vieni presto e non tardare/ Vieni presto e non farmi spaventare/ Vieni e dimmi come devo vivere).

Foto: Depositphotos.com.