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Quali sono i soprannomi più utilizzati dagli italiani? L’uso del linguaggio colloquiale è una parte molto significativa della comunicazione di tutti i giorni, che si caratterizza per espressioni regionali, dialetti e influenze che arrivano dall’estero. L’italiano colloquiale si differenzia molto da una regione all’altra, riflettendo tradizioni culturali e storiche. Aggiunge vivacità e colore al linguaggio parlato.

Interessarsi al linguaggio quotidiano e alle sue peculiarità è un modo per avvicinarsi ancor di più alla cultura e alla lingua. Per approfondire l’argomento, Preply ha intervistato più di 1500 persone, per scoprire quali sono i soprannomi colloquiali più usati e quando e perché vengono usati.

I soprannomi più diffusi

Ed ecco i risultati: il soprannome più diffuso è Amo, con il 27%, apprezzato da tutte le generazioni e soprattutto dalla Gen Z. Questo appellativo affettuoso è preferito soprattutto dalle donne, con il 38% delle intervistate che lo predilige.

Subito dopo troviamo Fra (15%), diminutivo di “fratello”, Zio (14%) e Bro (14%), diminutivo dell’inglese “brother”, utilizzati principalmente dagli uomini. Giovane invece sembra essere particolarmente diffuso tra i baby boomer. Inoltre il 20% degli intervistati dichiara di non utilizzare soprannomi colloquiali. Guardano invece alle risposte aperte il nomignolo più inserito è stato Tesoro, spesso utilizzato nella sua variante Tesò, seguito poi da Ciccio , anche nella sua variante al femminile.

La Sicilia: Compà e Mbare

Andando al quadro regionale, notiamo che molti soprannomi godono di una diffusione generalizzata in tutta Italia, anche se ci sono delle eccezioni degne di nota. Ad esempio, Giovane è particolarmente popolare in Lombardia, mentre Vecchio è più comune nel Veneto e in Emilia-Romagna. Come ci si potrebbe aspettare poi, Compà, termine dialettale, è ampiamente usato nel Sud, soprattutto in Sicilia, mentre Fratm , abbreviazione di Fratello, dal dialetto napoletano, è diffuso in Campania. Infine, Mbare, che significa “amico” in dialetto catanese e spesso utilizzato anche come intercalare, è particolarmente diffuso in Sicilia.

La maggioranza delle persone intervistate, infine, considera positivo l’uso dei soprannomi colloquiali: questo è indicativo del ruolo significativo che questi nomignoli giocano nella comunicazione quotidiana. Il 44% pensa che l’utilizzo di soprannomi favorisca una maggiore intimità tra le persone e il 41% delle persone intervistate sostiene che l’utilizzo di soprannomi contribuisca a creare un senso di appartenenza e a rafforzare il legame con la tradizione locale.

Solo il 12% delle persone intervistate ritiene che l’uso di soprannomi sia una barriera linguistica tra diversi gruppi generazionali, geografici e sociali, mentre l’11% pensa che possa generare fastidio e quindi diffidenza nell’interlocutore.

Foto: Depositphotos.com

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