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La siccità in Sicilia è arrivata sul New York Times. Dopo l’articolo della CNN in merito alla mancanza d’acqua nella provincia di Agrigento, anche la testata newyorkese ha dato spazio a un approfondimento su questo argomento: “Dopo aver perso i raccolti a causa della mancanza d’acqua, l’isola teme ora di perdere anche i turisti“, ha titolato.

Parlando con il giornale, il capo della Protezione Civile regionale Salvatore Cocina ha sottolineato che la grande maggioranza dell’acqua disponibile in Sicilia è a uso agricolo: “Siamo costretti a sacrificare i danni all’agricoltura, ma dobbiamo cercare di non far danni al turismo perché si peggiorerebbero ulteriormente le cose”, ha detto. In confronto la popolazione ne usa solo una frazione anche quando durante l’estate arrivano milioni di turisti.

L’impatto si è fatto sentire su alcune strutture turistiche minori: “Alcuni piccoli bed and breakfast hanno dovuto ritirare stanze dal mercato o indirizzare i clienti ad altri hotel”, ha detto al Times Francesco Picarella, responsabile di Federalberghi ad Agrigento. A suo avviso, però, hanno creato più danni gli articoli di giornali, che hanno parlato di turisti in fuga per la mancanza d’acqua: “Le prenotazioni sono calate significativamente dopo la pubblicazione di queste notizie, provocando un intervento della Regione per salvare al stagione turistica”.

In seguito alla pubblicazione dell’articolo sul New York Times, è infatti, intervenuta la Regione, nella persona del suo presidente, Renato Schifani: “Stiamo assistendo a una delle più grandi operazioni di mistificazione che io abbia mai visto nella vita. Sono in continuo contatto con il presidente della Federalberghi. Il suo vice ha rilasciato una dichiarazione nella quale conferma il flusso di turisti in aumento in Sicilia. E questi sono dati oggettivi che non possono essere confutati”, ha detto a Il Giornale, spiegando che le notizie sulla fuga di turisti sono false.

E sull’articolo pubblicato dal New York Times sulla crisi idrica in Sicilia, ha spiegato: “L’obiettivo è creare la notizia. Da sempre lanciare l’allarmismo fa crescere le notizie. È uno dei meccanismi dell’informazione. Scrivere che le cose vanno bene non fa notizia. Il lettore è più interessato alle tragedie. Più tragedie più copie. È una strategia spregiudicata di mercato, che io ho sempre contestato. Stavolta è vittima la Sicilia“.

Che ci sia un problema di siccità è un fatto oggettivo. Innegabile. Dobbiamo distinguere i due livelli del problema. Sono presidente della Regione da un anno e mezzo e eredito 20 anni di assenza di politica sulle acque, sulle irrigazioni, sulle dighe, sulle reti idriche delle città. 20 anni di immobilismo. E questo è il primo livello del problema. Il secondo livello è dato dal fatto che il nostro modello climatico oggi è assimilato a quello del Marocco o dell’Algeria. Dal mese di maggio non c’è stata la minima precipitazione“.

Mi sto muovendo su due direttrici – ha quindi detto Schifani -. La prima è quella di affrontare l’emergenza. Ci sono 20 milioni messi a disposizione dallo Stato e 28 messi dalla Regione per fare in modo che si individuino rapidamente dei pozzi che assicurino subito l’approvvigionamento e anche l’irrigazione. La seconda, a medio termine, è l’utilizzo dei fondi di coesione che ci sono stati assegnati – abbiamo firmato l’accordo col governo Meloni, e ringraziamo la presidente – per il rifacimento totale della rete idrica di Agrigento (i lavori partono in questi giorni); e in più ho dovuto con mio grande stupore stanziare circa 90 milioni per ripristinare tre dissalatori abbandonati 14 anni fa e ora inutilizzabili”.

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