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Nella Palermo di metà ‘800 e inizio ‘900 la fotografia occupò un ruolo di primo piano tra le arti visive, con la nascita dei primi studi fotografici, che si occupavano in particolare di ritrattistica per le famiglie dell’alta e media borghesia.

Tra i fotografi più rinomati in città, oltre a Giuseppe Incorpora ed Eugenio Interguglielmi, ci sono sicuramente i fratelli Seffer di cui oggi troviamo preziose testimonianze presso il Museo Pitrè di Palermo e il “Museo Digitale di Fotografia della Sicilia“, situato all’interno del gioiello liberty del Villino Favaloro .

Enrico Seffer e il fratello Antonino, rimasti orfani di padre si lanciarono presto in questa nuova avventura diventando tra i più celebri fotografi siciliani grazie alla loro dedizione e passione. Conosciuti per la loro abilità nel catturare l’anima dei soggetti, i fratelli Seffer realizzarono ritratti che si distinsero per l’eleganza e l’attenzione ai dettagli.

La loro arte non era solo una mera riproduzione della realtà, ma un’espressione intima del carattere e dello stato d’animo delle persone ritratte. Le loro fotografie, spesso commissionate dalla nobiltà e dalla borghesia palermitana, rappresentano un patrimonio visivo prezioso di quell’epoca storica, in cui la fotografia stava evolvendo da documento tecnico a vera forma d’arte.

Gli studi fotografici Seffer

Il primo studio fotografico dei Fratelli Seffer si trovava in Corso Vittorio Emanuele 330 nel Palazzo dei Conti di Capaci, presso la Casa Viola, per poi passare in un secondo momento nel “Palazzo dei Principi di San Vincenzo”, in vicolo Marotta n. 36 con il nome “Fotografia Italiana Fratelli Seffer”.

Successivamente le strade dei due fratelli si divisero, mentre il fratello Antonino si trasferì a Napoli, nel 1882 Enrico aprì un nuovo studio a Palermo nella salita San Domenico (oggi via Giovanni Meli, 68), finanziato dalla zia materna Donna Gesualda D’Alessandro, che aveva chiesto in cambio di mettere il suo nome accanto a quello del nipote nella denominazione dello studio fotografico.

In poco tempo il suo atelier, con eleganti sale d’aspetto, una stanza e una veranda artistica in legno e vetro, adibite alla posa e un gabinetto per i negativi, diventò uno dei più rinomati di Palermo, grazie ai suoi ritratti fotografici di bambini, casalinghe, militari, religiosi, padri di famiglia, sposi, eseguiti secondo i canoni tradizionali con grande precisione, nitidezza e una composizione eterea dei personaggi, mai verista.

In particolare, Enrico diventò famoso per i ritratti di famosi briganti, dopo aver ottenuto nel 1877 dalla polizia l’incarico di realizzare delle foto segnaletiche (collezione oggi custodita al Museo Etnografico Pitrè), che nelle sue mani diventarono delle vere e proprie opere d’arte, raffigurati in pose eleganti e raffinate quasi fossero dei personaggi nobili e rispettabili.

Enrico Seffer fu premiato per il suo lavoro con un diploma di merito in occasione della celebre Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-1892.

Dopo l’esposizione nazionale il noto fotografo palermitano fu affiancato dai figli Pietro (1872), Michele (1875) e Achille (1888) e lo studio proseguì la sua attività sotto la denominazione di “Studio Fotografico di Enrico Seffer e Figli”.

La storia dei fratelli Seffer rappresenta un capitolo significativo nell’evoluzione della fotografia a Palermo e in Sicilia. Grazie alla loro straordinaria abilità nel ritrarre soggetti con eleganza e profondità, i Seffer hanno lasciato un’eredità artistica che ancora oggi affascina e incanta.

Le loro opere, conservate in collezioni prestigiose, ci permettono di rivivere un’epoca storica in cui la fotografia non era solo un mestiere, ma una vera e propria forma d’arte, capace di raccontare le sfumature dell’animo umano.

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