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Ci sono montagne in Sicilia da sempre meta di escursionisti e appassionati. Tra queste c’è il Pizzo di Litri, un suggestivo promontorio che sovrasta la valle del fiume Eleuterio, tra Misilmeri e Marineo, in provincia di Palermo, vicino la riserva di Monte Gulino, conosciuto anche per un’altra particolarità.

Non tutti sanno, infatti, che questo monte grazie alla sua conformazione riesce a proiettare ogni giorno alle tre del pomeriggio un’ombra in una gola chiamata Valle di Ventunora, in un punto preciso dove scorre un filo d’acqua.

Si tratta di un fenomeno naturale che in passato veniva sfruttato da pastori e contadini come orologio naturale e che serviva a scandire le ore con una precisione quasi matematica.

I primi abitanti della zona furono gli Elimi ei Focesi che conoscevano bene questo fenomeno e lo intrecciavano a visioni religiose e astronomiche. Non si trattava solo di una semplice meridiana naturale: il Pizzo di Litri aveva un profondo significato simbolico. La sua forma richiamava i pesi cubici utilizzati nell’antichità per misurare (lo stesso termine “Litri” è associato ai concetti di misura e peso) e l’ombra proiettata divenne un mezzo per calcolare il tempo con la stessa esattezza delle meridiane greche.

L’integrazione di queste osservazioni nella vita quotidiana e religiosa ha fatto sì che il Pizzo di Litri diventasse presto un simbolo del legame tra l’uomo, la natura e il cosmo, riflettendo l’ordine divino che governava il mondo.

L’arte di misurare il tempo attraverso la luce solare e le ombre si è sviluppata in Sicilia fin dall’antichità, diventando una scienza raffinata grazie a Greci, Romani e altre civiltà.

L’isola, con il passare dei secoli, si è trasformata in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, dando vita a strumenti come gli scioteri, che consentivano di leggere il movimento delle ombre per stabilire le ore del giorno e i cambiamenti stagionali, ma anche a meridiane o a calendari solari che aiutavano a calcolare solstizi ed equinozi.

Questi strumenti non solo erano utili per la vita quotidiana, ma anche simboli di potere e ordine, soprattutto a Roma, dove giunsero grazie alla maestria siciliana.

Il Pizzo di Litri rappresenta quindi molto più di una semplice meta escursionistica. La sua importanza risiede non solo nella sua bellezza naturale, ma anche nel ruolo che ha giocato per secoli come strumento di misurazione del tempo e simbolo di connessione tra uomo e cosmo, testimoniando un sapere millenario legato all’osservazione della natura e alla comprensione dell’universo.

Foto da Depositphotos.com