Buone notizie per la pasta siciliana. La Sicilia ha, infatti, deciso di candidare la pasta prodotta nell’isola, utilizzando grano duro autoctono, alla Denominazione di origine protetta (Dop). L’iniziativa è stata avviata da un comitato promotore, che ruota attorno al “Consorzio di ricerca Gian Pietro Ballatore”, che include 43 imprese, tra cui una ventina di pastifici, due dei quali industriali.
L’annuncio è stato dato nel corso di “Macarìa, il Festival della pasta“, che si è svolto a Terrasini, in provincia di Palermo, dal 31 ottobre al 3 novembre, con l’obiettivo di celebrare la pasta siciliana e valorizzare l’intera filiera, a partire dalla produzione di grano duro.
La candidatura alla Dop rappresenta un’imperdibile occasione per valorizzare il territorio e rilanciare l’economia dell’Isola. “Siamo stati noi a inventare la pasta” – ha sottolineato Giuseppe Russo, ricercatore del Consorzio Ballatore, intervistato dal Sole 24 Ore. “Oggi abbiamo la responsabilità di tutelare e valorizzare questo prodotto che rappresenta la nostra identità. Negli ultimi 25 anni, grazie al Consorzio e ad altre istituzioni come l’Università di Palermo, abbiamo lavorato per migliorare costantemente la qualità dei nostri prodotti, con particolare attenzione ai grani antichi e alle loro eccellenti caratteristiche. Il grano siciliano è uno dei migliori al mondo per la qualità sanitaria, merito del clima secco e soleggiato che limita la proliferazione delle muffe, garantendo un prodotto sicuro e sano”.
Il prossimo step per il riconoscimento della Dop sarà l’invio del dossier all’assessorato regionale all’Agricoltura, che, dopo l’istruttoria, lo trasmetterà a sua volta al ministero dell’Agricoltura per poi passare alla valutazione dell’Unione Europea.
Un modo per rilanciare l’intera filiera produttiva
Come riporta “Il Sole 24 Ore” l’iniziativa si inserisce in un contesto produttivo che, tra il 2019 e il 2023, ha visto la coltivazione del grano duro su circa 267 mila ettari, con una produzione complessiva di 732.695 tonnellate, pari al 18,7% della produzione nazionale. Nonostante negli ultimi anni la superficie coltivata sia diminuita, passando da una media di 345.000 ettari annui nel quinquennio 2007-2011 ai 267.441 ettari tra il 2019 e il 2023, l’aumento delle rese ha compensato la riduzione della superficie, con una contrazione della produzione limitata al 4%”:
Il settore dei pastifici, invece, mostra una crescita nel numero di laboratori artigianali, anche se gli stabilimenti industriali si sono ridotti a quattro.
La candidatura della pasta siciliana alla Dop rappresenta un passo fondamentale per il riconoscimento della qualità e unicità dei prodotti dell’isola. Questo progetto mira non solo a preservare e valorizzare una tradizione millenaria, ma anche a rilanciare l’intera filiera produttiva, rafforzando l’economia locale e l’identità culturale siciliana.
Se approvata, la Dop potrà contribuire a dare nuova linfa al settore agricolo e artigianale, consolidando il ruolo della Sicilia come eccellenza mondiale nella produzione di pasta di alta qualità.
Il progetto della Dop si affianca alla nascita del Distretto produttivo dei cereali (a novembre 2023 era stato firmato dall’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo il decreto di riconoscimento) e che ad oggi include 65 aziende, 461 lavoratori e un fatturato di circa 170 milioni di euro.
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