L’artista australiano Tony Clark, che in questi giorni sta celebrando quarant’anni di carriera con una mostra monografica intitolata “Tony Clark: Unsculpted“, in una recente intervista ha raccontato il periodo trascorso in Italia e soprattutto in Sicilia.
Il suo amore per la nostra isola e per le architetture italiane si riflettono in molte delle sue opere presenti all’esposizione australiana, curata da Jacqueline Doughty e organizzata dalla University of Melbourne.
Nei piccoli quadri che facevano parte della sua prima mostra del 1982, riallestita per l’occasione, si notano temi che sono divenuti centrali nella sua ricerca artistica, come il concetto di “città ideale” e l’influenza di Roma e della Sicilia.
Clark racconta infatti come il suo legame con l’Italia sia iniziato durante l’infanzia, quando suo padre trovò lavoro alla FAO a Roma. All’epoca aveva solo sette anni, ma l’impatto di vedere il Colosseo per la prima volta ha lasciato un segno indelebile su di lui: “Quel giorno sono diventato appassionato di storia e storia dell’arte”, racconta l’artista australiano.
Cresciuto tra le suggestioni di Roma e dei suoi monumenti, Clark ha anche vissuto l’esperienza di studiare in una scuola inglese nella capitale, approfondendo le influenze artistiche italiane che ancora oggi caratterizzano il suo lavoro.
“In Sicilia mi sono trovato a casa”
Negli anni, Tony Clark ha sviluppato un legame speciale con la Sicilia, tanto da stabilire una base in questa terra. “La prima volta che ho visitato la Sicilia avevo 21 anni, dopo la laurea in Inghilterra”, ricorda l’artista. Questa prima visita si trasformò in un’affinità duratura che lo portò, in seguito, a comprare casa prima a Siracusa e poi a Militello in Val di Catania.
Questo legame è diventato così profondo che Clark si è sempre più identificato con la cultura siciliana, trovando qui un senso di appartenenza che non aveva mai sperimentato altrove. Parlando della sua esperienza, dice: “Crescendo in Italia ero sempre considerato un australiano… ma in Sicilia mi sono trovato a casa“.
Questo sentimento si riflette anche nella sua arte, dove i paesaggi siciliani e italiani diventano una sorta di souvenir emotivo per rivivere le sensazioni provate in questi luoghi. Clark descrive il suo desiderio di essere “un po’ siciliano” come un’ambizione più che una realtà, ma è evidente che la Sicilia ha lasciato una traccia profonda nella sua vita e nel suo processo creativo.
Tony Clark, con il suo stile di “classicismo punk”, ha ottenuto fama internazionale grazie alla serie “Myriorama”, che unisce elementi classici e moderni ispirati all’antica Roma. Influenzato da artisti come Claude Lorrain e Poussin, Clark usa paesaggi monocromi per esplorare un dialogo tra passato e presente, rendendo l’arte antica rilevante per il mondo moderno.
In questo scenario l’Italia e la Sicilia non sono stati per il pittore solo luoghi di residenza, ma sono diventati muse e fonti di ispirazione inesauribili, un legame che continua a influenzare e definire la sua produzione artistica in modo unico.