Dalla caldissima Sicilia alla fredda Scandinavia, Santa Lucia unisce popoli e tradizioni diverse. La santa della luce ha origini siciliane, ma la sua festa non viene celebrata solo in terra sicula. Sono davvero tante le tradizioni legate alla santa siciliana e molte hanno origine proprio in Italia, al Nord.
Nella data del 13 dicembre che, prima dell’introduzione del calendario gregoriano corrispondeva al solstizio d’inverno, era diffusa un’usanza: chi aveva avuto dei raccolti più abbondanti, ne donava una parte a chi era stato meno fortunato. A Brescia, i bimbi, lasciano nella notte tra il 12 e il 13 dei biscotti e del latte per Santa Lucia (un po’ come si fa per Babbo Natale), attendendo che passi dalle loro abitazioni, per lasciare doni ai più buoni.
In Sicilia, la tradizione di Santa Lucia è legata al ricordo della carestia del 1646. Si narra che nel giorno dedicato alla Santa approdò a Palermo una nave carica di grano. Dato che la popolazione era ridotta allo stremo, il grano venne subito bollito e condito solo con olio, per poterlo mangiare prima possibile. Da qui nasce l’usanza di non consumare farinacei nel giorno del 13 dicembre (si mangiano cuccia e arancine).
Dal sole della Sicilia, facciamo un viaggio verso i paesi scandinavi, dove il paesaggio è decisamente diverso. Qui, tra un caminetto acceso e un po’ di neve, nella notte del 12 dicembre vengono fuori dalle case alcune fanciulle con una corona d’alloro sulla testa. Solo una di loro ha una corona di candele sulla testa ed è lei la “novella” Santa Lucia che si aggira per la città. Non è da sola, perché l’accompagnano i Re Magi, che cercano già il Bambino Gesù.
Santa Lucia in Scandinavia
Tradizione vuole che nella notte tra il 12 e il 13, che è la più lunga dell’anno, le forze del male potrebbero avere più tempo per fare qualche danno nel mondo. È Santa Lucia, simbolo della Luce, che ha il compito di lottare contro le forse dell’oscurità. La tradizione risale al 1200 circa, all’epoca in cui la Santa viene conosciuta in Scandinavia.
Nel 1700 circa, nell’immaginario del Nord Europa Gesù Bambino veniva rappresentato con una corona di candele in testa. In Svezia, il bimbo venne sostituito con una ragazza vestita di bianco. Quella ragazza era proprio Santa Lucia. Nelle famiglie più agiate ed aristocratiche la figlia maggiore indossava una veste bianca (simbolo di purezza) e una cinta color rosso (simbolo del martirio), portando in testa una corona di candele (simbolo della luce): vestita in questo modo, serviva la colazione della mattina del 13 dicembre ai propri genitori.
Facendo un bel salto avanti, nel 1927 un quotidiano di Stoccolma lanciò un concorso per votare la “Santa Lucia dell’anno” e, da allora, in Svezia ogni ufficio pubblico elegge la propria. Nelle città scandinave, inoltre, si celebra ancora oggi una tradizione: il cosiddetto “Luciatåg”, trenino di Santa Lucia, cioè la processione di alcune ragazze (vestite con una candida veste) con le candele in mano e una corona sul capo colma di luci.
Le giovani, passeggiando nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, cantano una canzone: “På havet skiner silverstjärnan,/ lugna är vågorna,/ Mild är vinden./ Kom tilt min lilla båt,/ Santa Lucia! Santa Lucia!”. Sapete cosa significa? “Sul mare luccica l’astro d’argento, placida è l’onda, prospero è il vento. Venite all’agile, barchetta mia. Santa Lucia! Santa Lucia!“. Un suono assai familiare. Foto: Depositphotos.com.