Messina, marzo 1212. Il giovane re di Sicilia e futuro Federico II si imbarca per Roma, primo passo verso la conquista dell’Impero. La scorta che lo accompagna è minuscola: quaranta uomini armati e alcuni civili. Secondo fonti, uno di questi civili è Guglielmo Divini, primo poeta di corte. Personaggio intrigante, questo Guglielmo.
Già per la sua longevità: serve la corte da un quarto di secolo. Un record. Tutto risale a un soggiorno nel 1187 dei genitori del futuro imperatore, lo svevo Enrico di Hohenstaufen e la sua sposa Costanza di Altavilla, ad Ascoli nelle Marche. All’epoca Federico non è ancora nato. La città ha inviato il suo miglior poeta ad accogliere i vistatori prestigiosi, appunto Guglielmo Divini. Lo spettacolo piace così tanto che la coppia offre al suo autore di essere assunto alla corte di Svevia. Sebbene senza legami germanici conosciuti, Guglielmo accetta.
Passano sette anni: primavera 1194. Approfittando del fatto che il regno di Sicilia è in crisi di successione, Enrico si precipita dal nord per impadronirsene in nome della sua sposa. Pretesto delle sue pretese, Costanza dovrebbe comparire al suo fianco ma, curiosamente, sceglie un altro percorso. Prende la strada più lunga dell’est e delle Marche. È la regione natale di Guglielmo. È su sua istigazione che fa questa scelta? Forse la sta accompagnando? È comunque questa deviazione che la porta improvvisamente a far nascere Federico nelle Marche, a Jesi. Dove lo lascia altrettanto stranamente per essere cresciuto nella vicina Umbria, ripartendo senza di lui verso la Sicilia.
Arriva settembre 1197. Enrico diventato re di Sicilia muore all’improvviso ai piedi dell’Etna. Reggente, Costanza scaccia tutti i suoi ex alleati. Divini non ne fa parte: pur essendo assunto da Enrico, sembra quindi avere buoni rapporti con lei. E visto che suo figlio è ancora in Umbria, la sovrana manda una scorta a prenderlo. Fonti antiche menzionano la partecipazione di Guglielmo. Il che, se vero, interroga: perché un poeta in uno squadrone la cui unica missione è garantire la protezione militare di un principe?
Si seguono ancora le sue tracce in un decreto di Costanza del marzo 1198. La reggente conferma lì diversi privilegi per intercessione di due persone che il testo pone a parità, l’arcivescovo di Messina e il nostro Guglielmo. Il prelato è il secondo personaggio del regno. Mettere Guglielmo Divini sullo stesso piano è molto sorprendente. Sembra confermare che occupa una posizione all’interno della corte ben oltre quella di poeta. Ma quale?
Tuttavia, poeta lo è più che mai. Sarà anche presto il più famoso di Sicilia, introducendo la prima letteratura mai composta in un dialetto italiano. Quando Federico II creerà più tardi la Scuola Poetica Siciliana, estenderà a livello di un movimento stilistico l’approccio iniziato da Guglielmo. E se oggi Divini non ha la notorietà di un Dante o di un Petrarca, è in primo luogo perché la sua opera è poi andata completamente – e stranamente – perduta.
Undici anni dopo, nel 1209, Federico, che ormai ha quattordici anni, presiede a Palermo una cerimonia dove conferisce al suo poeta il titolo di “Re dei Versi”. Il giovane re vuole rimarcare la stima personale che nutre per colui che, secondo le cronache dell’epoca, è ormai il più famoso poeta d’Italia.
E arriviamo agli inizi del 1212 quando Federico si imbarca per Roma. Guglielmo ha allora cinquanta anni, un’età più che matura. Se è vero che accompagna il re, cosa va ancora una volta a fare in una pericolosa spedizione senza legame con la letteratura?
All’epoca, sarà l’ultima volta che si sentirà parlare del più famoso poeta d’Italia. Giunto a Roma, o forse prima, sceglie infatti di chiedere al re di congedarsi da lui, a meno che non sia Federico a chiederglielo. Perché questa separazione improvvisa? Non si sa. E così facendo il Re dei Versi scompare dalla Storia. Nessuno avrà mai più le sue notizie.
Se ne troverà traccia solo cinque secoli più tardi.
Pierre Baland (tutti i diritti riservati)
per saperne di più, una fantastica idea regalo di Natale:
« Del vero padre di Federico II e altri misteri del suo regno »
di Pierre Baland
Editore Carthago (Catania)
disponibile in tutte le buone librerie e su Amazon :