Il 5 dicembre è arrivato nelle sale cinematografiche “Per il mio bene“, il nuovo film diretto da Mimmo Verdesca, prodotto da Rodeo Drive con Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution.
Un’opera corale che intreccia emozioni e riflessioni sull’identità, la maternità e le radici personali, raccontata attraverso un cast di altissimo livello. Tra gli interpreti, spicca il nome di Leo Gullotta, attore siciliano che nel corso della sua lunga carriera ha sempre dato voce a personaggi complessi e autentici.
“Questo film parla di libertà, amore e del bisogno di sapere chi sei e da dove vieni”, racconta Gullotta, siculo doc, in un’intervista a “Spettacolo.eu” e poi aggiunge: “Tutti dovrebbero sentirsi orgogliosi delle proprie origini”, sottolineando il valore universale del tema affrontato dal film.
Diretto da Verdesca, noto documentarista al suo primo lungometraggio di finzione, “Per il mio bene” si addentra nella complessità delle relazioni familiari, tra segreti nascosti e la ricerca di un legame profondo con le proprie radici.
Una storia di identità e rinascita
Al centro del film troviamo Giovanna, interpretata da Barbora Bobulova, una donna forte e indipendente che si trova costretta a rivedere le certezze della sua vita a causa di una grave malattia.
La scoperta di essere stata adottata la spinge a intraprendere un viaggio doloroso ma necessario alla ricerca della madre biologica, Anna, interpretata da Marie Christine Barrault. Attraverso incontri carichi di tensione e momenti di profonda introspezione, la protagonista riscopre non solo la verità sulle sue origini, ma anche se stessa.
Il film esplora tre modalità di vivere la maternità: quella solida e rigorosa di Giovanna, quella amorevole ma fragile di Lidia, la madre adottiva, interpretata da Stefania Sandrelli e quella indurita e ostile di Anna, segnata dal dolore e dalla perdita.
Leo Gullotta, nel ruolo di Luciano, offre un’interpretazione che mette in luce un personaggio maschile egoista e materialista, distante dall’universo femminile ricco di sfumature che domina la narrazione. “Luciano è un uomo chiuso, incapace di comprendere le emozioni altrui”, spiega l’attore. Un personaggio negativo, passivo e ipocrita che “rappresenta una realtà purtroppo diffusa oggi: quella di un’umanità che vive di interrogativi senza trovare il coraggio di ascoltare o di aprirsi agli altri”.
“Un film che ci invita a guardare dentro di noi”
“Per il mio bene” si distingue per il suo approccio visivo essenziale, studiato per valorizzare la purezza e l’intensità delle emozioni raccontate.
Per il regista Mimmo Verdesca, questa è stata una sfida emozionante: “Ho sempre lavorato con il documentario, ma questa storia mi ha seguito a lungo, diventando un progetto che non potevo ignorare. Ho scelto di dare spazio agli aspetti più emotivi”.
Il film racconta la ricerca delle proprie origini, tra scoperte, sofferenze e perdono, esplorando il tema dell’identità come riconoscimento.
Un’opera che parla a tutti, come sottolinea Gullotta: “Questo film ci invita a guardare dentro di noi, a far emergere quel ‘fantasmino’ che ognuno porta nella propria anima. È un viaggio che coinvolge lo spettatore, portandolo a riflettere sulla forza dei legami familiari e sull’importanza delle proprie origini”.
“Per il mio bene” è un viaggio emozionante tra radici, identità e maternità, capace di toccare corde universali. Con un cast straordinario e una narrazione delicata ma intensa, il film invita lo spettatore a riflettere su temi profondi che appartengono a tutti noi. Una storia che lascia il segno, raccontata con autenticità e sensibilità.