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Alla fine dell’Ottocento un viaggiatore scozzese rimase folgorato dell’isola di Vulcano. E proprio quel viaggiatore, di nome James Stevenson, ne liberò il potenziale, rivelandolo al massimo. Stevenson era arrivato da Glasgow e il suo nome è ancora molto noto sull’isoletta dell’arcipelago delle Eolie. Nel XIX secolo l’estrazione dello zolfo e dell’allume era un’attività molto redditizia: Stevenson rilevò gran parte delle proprietà dello Stato nell’isola, compresa l’azienda di estrazione dei minerali, e si trasferì a Vulcano. Divenne così molto ricco.

La sua storia è stata raccontata anche in tv, in una delle puntate di Eden, il programma condotto da Licia Colò. James Stevenson divenne molto ricco non solo grazie all’estrazione dello zolfo, ma anche per la commercializzazione della pomice, a Lipari. Costruì strade e anche fece erigere una grande costruzione tra Porto Levante e Porto Ponente, che divenne la sua residenza.

James Stevenson nel 1870 comprò, dagli eredi del generale borbonico Nunziante, la maggior parte dell’isola di Vulcano, ed accanto all’attività estrattiva si dedicò anche all’agricoltura, impiantando i primi vigneti e producendo un solforoso vino, ben conosciuto dai suoi amici di Glasgow. Il mosto era tenuto a fermentare proprio qui, in questi locali, che già da allora erano detti le “cantine Stevenson”.

Tra i suoi interessi anche l’archeologia: egli acquistò – per poi donarla alla Glasgow Art Gallery Museum – i corredi di venti tombe greche riportate alla luce a Lipari nel 1879. Questi reperti, a tutt’oggi, costituiscono la più significativa collezione di terrecotte di Lipari che si trovano fuori dalla Sicilia.

A porre fine alle sue attività, nel 1888, fu la stessa isola che l’aveva reso ricco. Nel 1888, infatti, una violentissima eruzione sconvolse Vulcano. Andò avanti fino al marzo del 1890, con una forza tale da distruggere tutto. A Stevenson non rimase che lasciare l’isola. Foto Vulcano: Depositphotos.com.

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