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Uno splendido palazzo siciliano

  • Palazzo Ducezio a Noto, architettura da sogno.
  • Realizzato intorno al 1760, fu arricchito nei secoli successivi.
  • Ecco cosa lo rende unico e quali sono i suoi segreti.

Il nostro viaggio alla scoperta della Sicilia e dei suoi palazzi nobiliari ci porta oggi in una cittadina ricca di tesori. Ci fermiamo a Noto, una destinazione siciliana la cui fama supera di gran lunga i suoi confini. È qui che si trova Palazzo Ducezio, oggi sede del Municipio, proprio di fronte la celebre Cattedrale. Dopo il terremoto, la ricostruzione della città ha provveduto a posizionare simbolicamente due simboli del potere l’uno di fronte all’altro. Uno rappresenta il potere politico, l’altro quello religioso.

Il nome del palazzo rende omaggio a Ducezio, fondatore della città.  Sorse intorno al 1760, su progetto di Vincenzo Sinatra, che si ispirò ad un modello portato dalla Francia dal barone Giacomo Nicolaci. I lavori terminarono intorno al 1830. Tra il 1949 ed il 1951 fu aggiunto il secondo piano per opera dell’architetto Francesco La Grassa. La facciata è convessa e presenta venti arcate sorrette da colonne con capitelli ionici nella sezione inferiore, e tredici finestroni rettangolari nella sezione superiore. L’effetto ottico è davvero scenico, elegante e maestoso.

Palazzo Ducezio e la Sala degli Specchi

All’interno, l’ambiente più spettacolare è la Sala degli Specchi. Si tratta di un ambiente a pianta ovale, inizialmente utilizzato come piccolo teatro poi come Sala Consiliare. In epoca fascista divenne Salone di rappresentanza per accogliere visitatori illustri. È decorato con sontuose specchiere, stucchi e ori in stile Luigi XV. All’inizio degli anni Trenta, in occasione della visita ufficiale di Umberto e Maria Josè di Savoia, Principi di Piemonte, venne restaurato dal pittore Gregorietti. I mobili vennero realizzati dal maestro avolese Sebastiano Dugo.

Nella volta della Sala degli Specchi di Palazzo Ducezio vi è un affresco dal titolo “La fondazione di Neas”, realizzato nel 1826 dal pittore Antonino Mazza. La scena si ispira dalla leggenda della fondazione dell’antica Noto, chiamata appunto Neas, ad opera di Ducezio, re dei siculi. Nei riquadri laterali ci sono invece iscrizioni che riguardano i fasti della città, espressioni tratte dallo storico greco Diodoro Siculo e anche un telegramma di Garibaldi ai patrioti, datato 1860. Proprio in questa sala è stata messa la firma sul protocollo d’intesa tra gli otto Comuni che fanno parte del sito seriale dell’Unesco delle Città tardo barocche del Val di Noto.

Le curiosità del Municipio di Noto

Il Palazzo racchiude alcune curiosità che vogliamo condividere con voi. All’ingresso c’è un busto in marmo, dono del governo ungherese. Non tutti lo sanno, ma la città di Noto è gemellata con la città di Kiskőrös dove nacque Sándor Petöfi, uno dei principali poeti di Ungheria. A curare le prime traduzioni in italiano delle sue opere fu l’ingegnere di origine siracusane Giuseppe Cassone che, dal 1837, si stabilì a Noto. Andando ad alcune informazioni un po’ più frivole, proprio a Palazzo Ducezio è stato celebrato uno dei matrimoni più “social” e seguiti dal punto di vista mediatico del 2018: quello tra Chiara Ferragni e Fedez. Foto:Ralf Steinberger – Licenza.

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