Cronaca

Addio a padre Giacomo Ribaudo, il “prete antimafia” che lottava per giustizia e legalità

È morto all’età di 80 anni padre Giacomo Ribaudo, il prete che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento nella lotta alla mafia nei quartieri più difficili di Palermo. Non amava l’etichetta di “prete antimafia”, ma il suo impegno culturale e sociale, soprattutto contro le prepotenze mafiose, lo aveva reso un simbolo di resistenza nella città siciliana. Il sacerdote è deceduto dopo una lunga malattia. I funerali si terranno lunedì nella chiesa di San Giuseppe a Villabate, celebrati dall’arcivescovo Corrado Lorefice.

L’impegno sociale e la denuncia contro la mafia

Don Giacomo Ribaudo ha dedicato la sua vita ai quartieri più emarginati di Palermo, come la Guadagna e i Decollati, dove era parroco di diverse chiese, tra cui quella della Magione. Il suo ruolo non era limitato alla sfera religiosa, ma era profondamente coinvolto nella denuncia della mafia e delle connivenze istituzionali e politiche. Nel 1993, durante un’intervista, rivelò che alcuni mafiosi gli avevano confidato l’intenzione di Bernardo Provenzano di dissociarsi, cosa che non si verificò mai. “Il nostro ruolo è culturale e sociale, mentre la repressione spetta allo Stato. Noi dobbiamo annunciare il Vangelo, difendere i deboli, promuovere la giustizia e la solidarietà”, affermava spesso.

Sessant’anni di sacerdozio al servizio della comunità

Don Ribaudo fu ordinato sacerdote giovanissimo, a soli 22 anni, nel 1966. La sua carriera ecclesiastica si sviluppò principalmente a Palermo, dove operò come parroco e rettore in numerose chiese. Fu anche alla guida dell’Ufficio diocesano per la Pastorale negli anni ’80. Oltre alla sua attività pastorale, fu particolarmente impegnato nella promozione di un riscatto sociale e culturale contro la criminalità organizzata e la mafia, lavorando a stretto contatto con le fasce più deboli della popolazione.

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Il ruolo della Chiesa nella lotta contro la mafia

Padre Ribaudo credeva fortemente che la Chiesa avesse un ruolo centrale nella lotta contro ogni forma di prepotenza e mafia. Sottolineava che i parroci dovevano denunciare apertamente le connivenze politiche e istituzionali. Pur respingendo il titolo di “prete antimafia”, fu tra i primi a invitare i mafiosi alla conversione e al cambiamento. Il suo lavoro non si fermava al contrasto della criminalità, ma si estendeva alla promozione di valori di giustizia sociale, educazione e solidarietà.

Il cordoglio della città di Palermo

La morte di padre Ribaudo ha suscitato un profondo cordoglio. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha espresso le sue condoglianze in una nota ufficiale, definendo la scomparsa del sacerdote una grave perdita per la città e per la Diocesi palermitana: “Ha dedicato la sua vita alle persone più deboli nei quartieri più difficili di Palermo, diffondendo con forza importanti messaggi di coraggio, denuncia e giustizia sociale contro la mafia”.

Redazione