Agira, città siciliana delle Cassatelle al Cioccolato.
- A circa 35 chilometri da Enna c’è una delle cittadine siciliane più antiche.
- Qui la storia si fonde con il mito, sul sito dell’antica città greca di Agyron.
- Famosa per una particolare varietà di Cassatelle siciliane con il cioccolato, ha davvero molto da raccontare.
Il nostro viaggio in Sicilia non si ferma mai. La ricerca dei paesi e dei borghi più belli ci porta oggi in provincia di Enna, sul monte Teja, in una posizione dominante sul lago Pozzillo. Qui troviamo uno dei centri più antichi della nostra isola: Agira. Quando si pronuncia il suo nome, subito si pensa alle deliziose cassatelle al cacao, ma questa città ha anche molto altro da offrire. Pensate, anzitutto, che sorge sul sito dell’antica città greca di Agyron (Agyrium per i Romani). Cicerone la cita nel suo “In Verrem”, parlandone in termini di città molto ricca. Questa piccola introduzione ci aiuta a comprendere quanto le sue origini siano antiche. Potrebbe essere la più antica delle città sicane e, secondo alcuni, prenderebbe il nome da Agiride, capo sicano, che la fondò. Altra ipotesi collega il toponimo a una vicina miniera d’argento, quindi “argyros”, cioè “argento” in greco.
Un po’ di storia e di luoghi da vedere
Lo studio di alcuni reperti preistorici ha rivelato che inizialmente la città fu popolata, circa 30.000 anni fa, quando l’isola era ancora unita alla penisola italica. Alcuni nomadi di origine afro-asiatica, già evoluti nella lavorazione di armi di selce, cacciatori, agricoltori, pescatori e forse anche allevatori, si arroccarono sul Monte Teja, perdendo gradualmente le loro originarie caratteristiche per trasformarsi in popolazioni stanziali. Nell’area di Agira esistono tracce di abitati umani del Paleolitico, Neolitico ed Età del Bronzo. I popoli più antichi della Sicilia sarebbero stati, secondo quanto scrive Tucidide, ispirandosi ai miti del tempo, i Ciclopi (o Giganti) e i Lestrigoni (o Lotofagi), che avrebbero abitato anche il Monte Cuccio di Palermo. I Sicani, intorno al II millennio a.C., abitarono alcune grotte naturali o artificiali dell’isola, alcune delle quali ancora osservabili ad Agira (ove sono state rinvenute delle ossa umane riferibili a questo periodo), ad Alia e in località Gulfa.
Scavi più recenti hanno permesso di rintracciare nell’area del castello medievale, cospicui resti della città greca (abitato e zecca dei secc. V-IV a.C.). Agira venne influenzata dalla presenza di Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi e Aragonesi. Per questo motivo possiamo trovare in essa tanti stili architettonici diversi e moltissime chiese. Tra queste si segnalano la Chiesa di Santa Maria Maggiore e la Chiesa del Santissimo Salvatore, custode dell’Aron più antico d’Europa (un armadio, sacro emblema della religione ebraica). Ancora, meritano di essere menzionate la Chiesa di San Pietro, la Chiesa di Sant’Antonio Abate e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova. Del Castello, invece, non rimane molto, ma se ne può ancora scorgere l’antica possenza.
Le Cassatelle di Agira
Impossibile, dopo la storia, non parlare di una delle delizie di questo territorio: le cassatelle di Agira. Hanno forma di mezzaluna. Sono a base di pasta frolla, tenera e di color giallo oro, spolverata di zucchero a velo, con un ripieno di cacao, mandorle tritate, farina di ceci, zucchero e scorza di limone essiccata, con eventuale aggiunta di cannella. Il prodotto è molto laborioso e necessita di parecchi passaggi custoditi gelosamente e tramandati di generazione in generazione. L’originalità e tipicità del prodotto vanno ricercate nelle dimensioni, che sono tipicamente di 10 x 6 centimetri. L’impasto deve essere morbido e non asciutto o secco. Non deve prevalere esclusivamente il gusto del cioccolato o cacao: bisogna avvertire al palato anche il gusto della mandorla e infine la pasta frolla non deve essere biscottata o molliccia.
Foto di Enza Stasuzzo