La delegazione agrigentina ha presentato il proprio dossier dal titolo Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali per la candidatura di Agrigento a Capitale italiana della Cultura per il 2025 nella sala Refettorio di Palazzo Venezia a Roma, suscitando ottimismo nella giuria del ministero della Cultura.
Il sindaco Franco Miccichè, il progettista Roberto Albergoni e il presidente del Consorzio universitario Antonino Mangiacavallo hanno presentato il dossier, accompagnati da esperti come Teresa Fiore, docente della Montclaire University del New Jersey, Margherita Orlando, coordinatrice del progetto di archeologia pubblica Agrigento/Tunisi, Florinda Saieva, fondatrice di Farm Cultural Park Favara, e Gaetano Galvagno.
L’assessore comunale di Agrigento Costantino Ciulla, il docente dell’Università Bocconi Pasquale Seddio e la direttrice generale di Coopculture Letizia Casuccio hanno anch’essi preso la parola. La giuria darà la sua decisione il 31 marzo, dopo aver ascoltato le altre nove città candidate.
Agrigento sta competendo con Aosta, Assisi (Perugia), Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone), Spoleto (Perugia) e Asti.
Le città avranno a disposizione 30 minuti per presentare la propria candidatura, seguita da una sessione di ulteriori 30 minuti per le domande della commissione.
Essere nominata Capitale italiana della Cultura può portare numerosi vantaggi a livello di visibilità, sviluppo culturale e turismo. Ecco alcuni dei principali vantaggi: