Avete mai sentito parlare delle alacce? Sono pesci azzurri simili alle sardine, tradizionalmente consumate come principale fonte di sostentamento durante le lunghe battute di pesca. Sono diventate uno degli ingredienti più caratteristici della cucina di Lampedusa.
Qui, infatti, dalla fine del XIX secolo i pescatori iniziarono a consumarle sulle barche. Ben presto questi pesci saporiti arrivarono anche in cucina, dando vita a tante ricette tipiche.
In generale, in Sicilia c’è una grande tradizione di conservazione sotto sale di piccoli pesci azzurri, come alici e acciughe. Per questo motivo, la lavorazione delle alacce di Lampedusa è un’ulteriore conferma dell’importanza di questa tecnica nella gastronomia regionale.
Le alacce sono considerate meno prelibate, probabilmente per l’elevata presenza di spine, ma la loro carne in realtà è particolarmente digeribile, sono nutrienti e versatili in cucina. Per catturarle viene utilizzata una rete a circuizione, chiamata cianciolo, oltre alla lampara. Con questa tecnica non si danneggiano i fondali. Per riempire le reti servono notti buie e mare calmo: il periodo migliore per dedicarsi alla cattura è quello da maggio a novembre.
Il pesce azzurro fa benissimo all’organismo, poiché contiene grassi saturi, soprattutto Omega 3, che abbassano il libello di colesterolo nel sangue. Ancora, ha un elevato contenuto di fosforo, potassio, vitamine e sali minerali.
Per quanto riguarda l’utilizzo in cucina, le alacce vengono spesso utilizzate per preparare fritture ed involtini, anche se la ricetta tradizionale è quella dell’Alaccia salata.