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Albero Europeo dell’Anno, il Castagno dei Cento Cavalli non vince, ma rimane uno splendido gigante

Il Castagno dei Cento Cavalli non ha portato a casa la vittoria come Albero dell’Anno 2022, ma si è comunque piazzato al quarto posto in classifica. Un ottimo piazzamento, considerato che in gara c’erano 17 concorrenti, che non toglie nulla a questo gioiello della natura siciliana.

Il Castagno dei Cento Cavalli arriva quarto

Si pensa che questo castagno possa avere più di 3.000 anni. È composto da tre grandi fusti che, forse, condividono lo stesso apparato radicale. Se questa caratteristica venisse confermata, sarebbe anche l’albero più grande del mondo.

A rendere ancora più affascinante questo gigante della natura, è la leggenda del Castagno dei Cento Cavalli. Da tempo immemore, infatti, si racconta che la regina Giovanna d’Aragona si sia riparata con tutti i suoi cavalieri sotto le fronde di questo enorme albero in seguito ad un temporale.

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Tappa obbligata dei grandi viaggiatori di tutti i tempi e non solo, il castagno di Sant’Alfio è stato visitato anche da Goethe e da molti altri letterati ed artisti. Da quando si raccontano le vicende della regina Giovanna D’Aragona, ha legato indissolubilmente il suo nome a quei cavalieri.

Qual è l’Albero Europeo dell’Anno 2022

L’Albero Europeo dell’Anno 2022 è la Quercia Dunini, che si trova in Polonia. Questo spettacolare albero è il guardiano della Foresta Primordiale di Białowieża, una delle foreste di pianura più conosciute, non solo in Polonia ma anche in Europa. È particolarmente rispettato e ammirato, con i suoi 400 anni (un vero “giovanotto”, rispetto al nostro Castagno dei Cento Cavalli).

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Secondo posto per la Quescia della foresta dei Banchetti di Conxo, in Spagna e terza posizione per la grande quercia da sughero di Vale do Pereiro, un piccolo villaggio nel comune di Arraiolos, in Portogallo. Con le sue dimensioni, ospita la vita e risveglia i sentimenti.

Ci sorprende con il diametro della sua chioma. D’estate, sotto la sua ombra, ripara uomini e animali, ospitando il pranzo dei lavoratori e dando spazio alle mandrie che pascolano. Foto: MonikaLicenza.

Redazione