Chi era Alessandro Scarlatti? Biografia e carriera del compositore siciliano. Dove è nato, com’è diventato famoso, in quali città d’Italia ha vissuto, dove e quando è morto. È considerato dai musicologi come uno dei più importanti rappresentanti della scuola musicale napoletana. Si ritiene il maggiore compositore d’opera italiano tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo.
Alessandro Scarlatti
Alessandro Scarlatti nacque a Palermo il 2 maggio 1660, come secondogenito di Pietro Scarlata, musicista trapanese, e di Eleonora d’Amato. Du battezzato con i nomi di Pietro Alessandro Gasparo. La sua prima formazione, probabilmente, avvenne in famiglia. La tradizione storiografica lo vorrebbe allievo di Giacomo Carissimi (morto nel 1674), ma non ci sono documenti che lo comprovino. Più probabile che abbia completato gli studi musicali con Bernardo Pasquini, Antonio Foggia e Pietro Simone Agostini a Roma.
Gli Scarlatti sarebbero partiti da Palermo nel 1672, trasferendosi a Roma. Il 12 aprile 1678 Scarlatti sposò Antonia Anzalone e visse e operò a Roma almeno fino al 1683. Nacquero cinque figli: Pietro Filippo, Benedetto Bartolomeo, Alessandro Raimondo, Flaminia Anna Caterinae Cristina Leonora Maddalena.
Il compositore ebbe una prodigiosa capacità produttiva nei principali generi della poesia per musica: il melodramma, la cantata da camera, in minor misura l’oratorio. Il musicista si trovò a collaborare, in vari momenti, con autori come Carlo Sigismondo Capece, Pietro Ottoboni, Silvio Stampiglia, Pietro Filippo Bernini, Giuseppe Domenico De Totis e Francesco Paglia.
La congregazione dell’ospedale di S. Giacomo nominò Alessandro Scarlatti maestro di cappella il 16 dicembre 1678, incarico ch’egli tenne fin sul finire del 1682. Tra il febbraio del 1679 e il febbraio del 1680 riscosse i primi successi musicali di rilievo. Il 27 gennaio 1679 l’arciconfraternita del Crocifisso in S. Marcello lo elesse con altri quattro compositori per musicare i cinque oratori quaresimali.
Attività e opere
Si può ritenere che i due generi musicali più funzionali alla strategia di ascesa sociale perseguita da Scarlatti a Roma fossero la serenata e la cantata da camera. Non si sa, però, con certezza quali sue serenate siano state eseguite in Roma in questi anni. Quanto alle cantate, a Scarlatti ne vengono attribuite complessivamente 800 e per tre quarti l’autorità è accertata. Dopo la nomina di Antonio Foggia in S. Maria Maggiore, Scarlatti gli subentrò a S. Girolamo della Carità come maestro di cappella e direttore degli oratori.
Fu poi, dal 12 febbraio 1684 al 14 giugno 1702, stabilmente impegnato a Napoli, maestro di cappella nella corte vicereale, facendo nel contempo fronte a commissioni che gli giungevano dai patrocinatori romani. A Napoli nacquero altri cinque figli: Giuseppe Domenico, Giuseppe Nicola Roberto Domenico Antonio, Caterina Eleonora Emilia Margherita, Carlo Francesco Giacomo e Giovanni Francesco Diodato.
A questo periodo risalgono con certezza una quarantina di drammi per musica, composti in gran parte per Napoli, ma anche per Roma e Firenze, più una decina di serenate. Durante tutto questo periodo, oltre a comporre opere nuove, Scarlatti arrangiò infatti opere veneziane, adattandole all’uso di Napoli. Scarlatti si spostava di norma da Napoli a Roma al termine della stagione di Carnevale per supervisionare l’allestimento degli oratori e coltivare i vincoli con i mecenati romani. Le lunghe permanenze sul Tevere gli valsero la deroga dalla nomina a maestro di cappella del Conservatorio napoletano di S. Maria di Loreto, posto che tenne per appena due mesi, dal 13 febbraio all’aprile del 1689. Oltre alle richieste da Roma, in questo periodo giunsero a Scarlatti numerose commissioni da altre città.
È antecedente al 1696 il ritratto conservato nella casa de Alba a Madrid, eseguito a Napoli: faceva parte di un gruppo di quattro ritratti di egual dimensione raffiguranti anche il cantante Matteo (Matteuccio) Sassano, il liutista Ugolini e l’architetto Schor. Due altri ritratti di Scarlatti sono a Napoli, conservatorio di S. Pietro a Majellae nella raccolta martiniana del Museo della musica di Bologna. Si conserva inoltre una caricatura di mano di Pier Leone Ghezzi alla Morgan Library di New York con la didascalia «Monsieur le chevalier Scarlati», successiva quindi all’investitura del 1715 (Della Libera, in corso di stampa).
Ultimi anni, la morte
Tra il 1702 e il 1707 Scarlatti visse a Roma senza un impiego stabile e duraturo, ma in cerca di un magistero di cappella tramite potenti mecenati. Non smise comunque di comporre. Lasciò Napoli a metà giugno del 1702, rinunciando definitivamente nel gennaio del 1703 al magistero di cappella napoletano. Nella stessa estate del 1702 soggiornò a Firenze, dove si trovava certamente il 9 agosto (tornò a Roma il 21 novembre). Dal 1705 Scarlatti comparve tra i ‘ministri’ nei ruoli di casa Ottoboni assieme ad Arcangelo Corelli; l’anno dopo il cardinale fu l’artefice della sua ammissione in Arcadia.
Dal 1708 Scarlatti visse stabilmente a Napoli in qualità di maestro di cappella della corte, senza però tralasciare le frequenti commissioni che continuarono ad arrivargli dai patrocinatori romani. In questo periodo Scarlatti continuò a rivolgersi per lettera a potenti mecenati per ottenere incarichi e aiuti a favore della famiglia. Morì a Napoli il 22 ottobre 1725; fu sepolto nella cappella di S. Cecilia in S. Maria di Montesanto: la lapide lo dice “musices instaurator maximus” e “optimatibus regibusque apprime carus”.