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La lingua siciliana è piena di parole straordinarie. Molte di queste parole vengono usate tutti i giorni, quindi spesso non ci soffermiamo sulle loro caratteristiche e non ci interroghiamo sulla loro origine o sul motivo per cui abbiano una specifico significato. Oggi, invece, vogliamo proprio soffermarci su un termine molto conosciuto che, sicuramente, avete già sentito e naturalmente utilizzato: allafannatu.

Come molte parole siciliane, anche in questo caso potrebbe avere una derivazione araba. Questa parola viene associata a qualcuno che si butta sul cibo senza ritegno: non è inusuale che venga pronunciato anche con stupore, “talè che allafannatu!”. Si riferisce sempre a qualcun altro, perché non si può certo dire che essere allafannati sia un pregio. Si pensa che l’origine possa essere ricercata nell’usanza del banchetto che conclude il digiuno del Ramadan, come spiega anche Roberto Alajmo nel suo “Abecedario siciliano”, al quale i devoti arrivavano affamati.

Dal passato al presente, ancora oggi quando qualcuno è incredibilmente affamato, al punto da gettarsi sul cibo senza ritegno e con non poco affanno, è un allafannatu in piena regola. Immagine di wayhomestudio su Freepik.

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