Allarme pesci killer nel Mar Mediterraneo. Sono gli esperti dell'UICN (Unione internazionale per la conservazione della natura) a far presente la preoccupazione per i sempre più frequenti avvistamenti di Pterois Volitans, conosciuti anche come Devil firefish, in italiano "pesce scorpione" ma anche "pesce leone" o "scorpena volante".
"Questa specie può avere un impatto pesantemente negativo sugli ecosistemi e sulle economie locali", spiega il biologo marino cipriota Carlos Jimenez. Il pesce scorpione è originario del Pacifico e dell'Oceano indiano meridionale, e si caratterizza per una sorta di pungiglione e dei "filamenti" tossici, potenzialmente letali per l'uomo. Il contatto provoca dolore, vomito e nei casi più gravi – fortunatamente rari quelli accertati – paralisi respiratoria, edema polmonare e ischemia del miocardio.
Predatore temibile, si è progressivamente spostato verso il Mediterraneo, complici anche i cambiamenti climatici. Ha danneggiato pesantemente gli ecosistemi acquatici, riducendo la presenza di altri pesci, inclusi quelli di interesse commerciale che alimentano il settore della pesca. In alcune paesi, il Devil firefish è diventato talmente invadente che i governi hanno iniziato a sostenere la pesca massiccia, al fine di ridurne la presenza, come a Cuba, in Colombia e in Giappone. Tutte nazioni dove l’invasione si combatte a tavola, semplicemente mangiandolo.
"L'Acuario Nacional ha creato un programma di educazione ambientale piuttosto intenso a causa del proliferare del pesce scorpione – spiega Delmis Cabrera, biologa marina dell'Acquario dell'Avana –visto che si tratta di una specie velenosa che presenta dei rischi per l'uomo. Bisogna saperla maneggiare bene dato che è anche una pietanza deliziosa da mangiare, un piatto davvero prelibato. Grazie a queste caratteristiche abbiamo potuto incoraggiare la pesca di questa specie per controllarne la diffusione".