Le ultime statistiche mostrano un aumento costante delle allergie e delle intolleranze alimentari. Ma sono la stessa cosa? C’è differenza tra allergia ed intolleranza alimentare? In questo articolo tratteremo a fondo il problema ed a fine lettura saprete sicuramente se potreste rientrare in un caso o nell’altro.
Sintomi più spesso confusi per intolleranza o allergia alimentare
Riuscire a capire se si è intolleranti o allergici ad un alimento potrebbe sembrare una cosa facile.
I sintomi più comuni spesso confusi per intolleranza o allergia alimentare sono:
1. Difficoltà a digerire;
2. Pancia gonfia;
3. Mal di testa;
4. Prurito;
5. Aumento di peso.
Quindi, quando si parla di sintomi legati ad una qualche intolleranza o allergia alimentare, la situazione non sempre è così chiara. Infatti secondo delle stime mediche ben l’80% degli italiani crede di soffrire di una qualche intolleranza alimentare.
Molte volte basta un test trovato su una rivista per autoconvincersi di essere malati.
Ma i risultati scientifici ed i dati epidemiologici evidenziano che soltanto il 2% della popolazione italiana adulta soffre di intolleranza alimentare o di allergia.
Le percentuali salgono nel caso dei bambini. Vanno dal 3 al 7% circa.
Ma ci sono anche casi nei quali alcuni sintomi possono essere sottovalutati.
Mia madre, ad esempio, ha sofferto di problemi digestivi e di sovrappeso per gran parte della sua vita. La avevo incitata più volte a recarsi da uno specialista che potesse analizzare a fondo la sua situazione, ma niente. Non accusava pruriti, rossori e gonfiori tali che le potessero far credere di essere intollerante a qualcosa.
Eppure chi l’ha dura la vince.
Alla fine la convinsi a recarsi da un nutrizionista esperto di intolleranze alimentari ed il medico la sottopose ad un esame noto come Cytotest.
Il risultato fu sconvolgente (per lei): mia madre apprese di essere intollerante ad alimenti che praticamente assumeva quasi quotidianamente. E’ bastato eliminarli dalla sua dieta perchè si sentisse molto meglio.
Quindi, se accusate difficoltà a digerire, ventre gonfio, mal di testa, prurito e sovrappeso, sappiate che per una persona su tre si tratta realmente di intolleranza alimentare o allergia.
Allergie ed intolleranze alimentari sono due patologie molto diverse tra loro per cause, sintomi ed effetti
Allergie ed intolleranze alimentari sono due quadri clinici completamente diversi tra loro.
Immediatamente qui in basso le analizzeremo separatamente, imparando ad identificarle e ad affrontarle nella vita di tutti i giorni.
Che cosa è l’allergia alimentare
L’allergia alimentare rientra nel paradigma delle allergie. E cioè di quelle risposte messe in atto dal nostro sistema immunitario contro una sostanza comunemente tollerata.
In altre parole l’allergico non riesce ad adattarsi ad alcune sostanze. Le interpreta come potenzialmente pericolose e, per difendersi, produce immunoglobuline E o igE in eccesso.
E’ proprio questo eccesso a cagionare tutti i sintomi caratteristici di una allergia: tosse, orticaria, gonfiori, etc.
Quindi anche una sostanza normalmente innocua, come un salume o un formaggio, potrebbe essere percepita come una possibile minaccia alla quale il corpo risponde producendo anticorpi, sostanze proteiche che legano gli allergeni per neutralizzarli.
E’ un meccanismo che innesca una reazione a catena micidiale: le cellule allarmate rilasciano sempre più istamina, leucotrieni e prostaglandine ed altre sostanze che scatenano la reazione allergica. Patologia molto ma molto fastidiosa e, in alcune situazioni, molto pericolosa.
I sintomi più ricorrenti di una allergia alimentare
I sintomi più ricorrenti di una allergia alimentare sono:
1. naso che cola;
2. congestione nasale;
3. asma;
4. tosse;
5. eczemi – gonfiori e orticaria della pelle comprese delle eruzioni;
6. coliche;
7. dolori addominali;
8. diarrea;
9. nausea;
10. vomito.
Solo nei casi più gravi di ingestione di cibo allergizzante si può arrivare ad una reazione violenta che porti allo shock anafilattico.
Cibi che scatenano allergie nell’adulto
I cibi che più frequentemente scatenano allergie nell’adulto sono: le uova, la soia, il grano, i crostacei, la frutta, le arachidi e le noci.
Gli esami per diagnosticare una allergia alimentare
Per diagnosticare le allergie alimentari si possono eseguire tutta una serie di test sulla pelle.
L’esame più comune è il Prick test: si applica l’allergene (o presunto tale) sull’avambraccio leggermente scarificato del paziente e si aspetta una eventuale risposta del sistema immunitario.
Se il soggetto è allergico a quella determinata sostanza, il corpo produrrà degli anticorpi. Questi daranno seguito ad una reazione di gonfiore localizzato (il pomfo) con relativo prurito.
Un altro tipo di esame è il Rast test: è chiamato anche ImmunoCAP Total IgE (Radio Allergo Sorbent Test) ed è una analisi del sangue che dosa le IgE specifiche per i diversi allergeni.
In fine vorrei citare il test ISAC: (Immuno Solid-phase Allergen Chip – al 2013 non in convenzione col SSN). E’ un esame che utilizzerebbe degli allergeni molecolari purificati permettendo di valutare la reattività fino a 113 tipi di allergeni. Comprese le reazioni crociate fra alimenti e allergeni di differente natura.
Quando in famiglia è già presente un caso di allergia alimentare spesso c’è anche una maggiore propensione al disturbo.
Come curare una allergia alimentare
Per il momento non esistono delle cure efficaci per curare l’allergia alimentare.
Il vero e unico rimedio è quello di prevenire NELLA MANIERA PIU CATEGORICA di mangiare quell’alimento che provoca l’allergia.
Questo si traduce in una maggiore attenzione verso le etichette dei prodotti confezionati, un maggior controllo delle portate quando si mangia fuori casa (in questo caso non siate timidi e chiedete direttamente al cuoco o lo chef o al direttore del ristorante cosa potrebbe esserci dentro un piatto. Magari prima di ordinarlo).
Relazione allergia al polline o agli acari ed allergie alimentari: reazioni crociate
I soggetti allergici al polline o agli acari possono manifestare tutti i sintomi della allergia stagionale dopo aver ingerito un particolare alimento.
Questo avviene perchè in molti cibi sono presenti delle molecole molto simili a quelle che si trovano nei pollini o negli acari. Questa reazione prende il nome di reazione crociata.
Le molecole responsabili dell’allergia crociata con i pollini sono le superantigeni (SA).
Si trovano un pò dappertutto. Dalla mela al sedano.
Alcuni resistono anche alla cottura ed alla digestione dei succhi gastrici, arrivando nell’intestino più attivi che mai.
Se siete allergici agli acari vi sconsigliamo di mangiare -> crostacei, lumache (sia di terra che di mare).
Se, invece, siete allergici alla betulla, allora dovreste stare -> lontani dalle mele, pere, albicocche e kiwi.
Gli allergici alle graminacee devono stare -> attenti ad agrumi, anguria, melone, pesca, ciliegia e pomodoro.
In caso di allergia alla parietaria -> attenzione a basilico, melone, ciliegia e gelso.
Tuttavia, se siete allergici al polline o agli acari o ad altro, non allarmatevi troppo. Infatti le allergie crociate interessano solo una piccola percentuale della popolazione allergica.
Che cosa è l’intolleranza alimentare
L’intolleranza alimentare si verifica quando un individuo è incapace di “sopportare” la presenza di un particolare cibo.
Essa produce dei disturbi assimilabili ad una allergia, ma non vengono innescati dei meccanismi immunologici. Piuttosto si ha a che fare con un probabile difetto enzimatico, a causa del quale l’organismo non riesce a metabolizzare (digerire) alcune sostanze presenti in un alimento. Il disturbo non si manifesta immediatamente ma può presentarsi anche a distanza di 72 ore dall’assunzione e non dipende dalla dose assunta. Infatti i sintomi possono manifestarsi anche con piccole dosi.
E’ possibile diagnosticare tre tipi di intolleranze alimentari principali: verso il glutine, il lattosio ed una generica al fruttosio.
Prendiamo ad esempio l’intolleranza al lattosio.
Chi ne soffre, può ingerire del latte senza rischiare di andare in contro ad una grave reazione allergica, però – a causa della mancanza dell’enzima lattasi che scompone il lattosio in glucosio e galattosio – non riesce a digerirlo. E questo può provocare gonfiore, senso di stanchezza e meteorismo.
I sintomi più ricorrenti di una intolleranza alimentare
I sintomi più ricorrenti di una intolleranza alimentare sono:
1. mal di testa;
2. gonfiore addominale;
3. meteorismo;
4. variazioni di peso;
5. stitichezza o diarrea.
Ma in alcuni casi si possono verificare anche:
6. prurito;
7. bruciore allo stomaco;
8. difficoltà di concentrazione;
9. stanchezza e apatia;
10. aerofagia.
Tuttavia, a differenza degli allergici, gli intolleranti possono “sopportare” piccole quantità di alimento senza manifestare dei sintomi evidenti.
Cibi e cause delle intolleranze alimentari nell’adulto
Le cause più comuni delle intolleranze alimentari nell’adulto si possono rintracciare in molte componenti del cibo, in alcuni additivi, molti conservanti e coloranti.
In questi casi è d’obbligo fare degli esami per sapere a cosa si è intolleranti.
Gli esami per diagnosticare una intolleranza alimentare
Gli esami per diagnosticare una intolleranza alimentare sono parecchi perchè, ad eccezione della intolleranza al glutine (basta un esame del sangue e un prelievo del tessuto dell’intestino), diagnosticare tutte le altre è piuttosto difficile.
Il test più accreditato è il Cytotest.
Si tratta di un esame del sangue, eseguito in centri specializzati, che valuta la gravità del danno causato ai globuli bianchi dai diversi alimenti.
I risultati vengono classificati secondo 4 livelli di gravità.
Un altro tipo di esame utile a rivelare una eventuale intolleranza alimentare è l’Alcat test, il quale valuta la variazione della forma e del diametro dei globuli bianchi messi in relazione con un eventuale cibo.
Test meno attendibili sono il Dria test, il Vega ed il test del capello.
Abbiamo usato la locuzione “meno attendibili” perchè qualora il test venisse rieseguito per tre volte in uno stesso giorno, potrebbe dare tutte e tre le volte un risultato diverso.
Diciamo che sarebbe meglio indirizzarsi verso esami bioelettronici e bioimpedenziometrici che si basano fu principi di natura biofisica.
Come curare una intolleranza alimentare
Una intolleranza alimentare si cura semplicemente non consumando o evitando di consumare per un certo periodo i cibi incriminati.
Ad esempio. Chi è intollerante al lattosio o al glutine o al fruttosio non deve assolutamente consumare cibi che contengano queste sostanze.
Invece, chi accusa altre intolleranze alimentari può “limitarsi” a seguire una dieta che esclude per alcuni mesi il cibo incriminato e, ovviamente, tutti gli alimenti che appartengono alla stessa classe.
Spesso questo si traduce in un cambiamento delle proprie abitudini che taglia drasticamente le calorie della dieta. E sebbene questa soluzione potrebbe sembrare ottima, potrebbe in alcuni casi dilazionare il tempo di una corretta diagnosi di una malattia seria.
Nota: Allenare il Galt.
Secondo molti medici torna utile allenare il galt (sistema immunitario intestinale) a mantenere la tolleranza, mangiando frutta e verdura di stagione!
Quali sono le intolleranze alimentari più diffuse
In Italia i celiaci sono circa l’1% della popolazione, eppure molte persone soffrono tutte le volte che assumono carboidrati.
Non sono celiaci, non soffrono della sindrome del colo irritabile e non sono allergici.
Cosa sono, quindi?
Sono “sensibili al glutine“.
Circa il 6% degli italiani lo è. Ed essi riescono a tenere a bada i sintomi attraverso una dieta povera di carboidrati, spesso ipocalorica.
Le intolleranze alimentari più diffuse mettono sulla graticola quegli alimenti che una popolazione mangia più spesso. Noi italiani, ad esempio, siamo intolleranti soprattutto al latte, al frumento ed al lievito.
E’ come se ogni giorno in più di pasta, pane, zucchero e formaggi sovraccaricasse il nostro corpo spingendolo a ribellarsi.
Ecco perchè è molto importante seguire una dieta equilibrata e soprattutto variata.
L’intolleranza alimentare non si manifesta perchè il cibo è andato a male o è stato realizzato con prodotti e meccanismi scadenti. Si è intolleranti per via di un nostro particolarissimo equilibrio interno con gli alimenti.
Programma alimentare per chi soffre di intolleranza
Per curare i sintomi dell’intolleranza alimentare può risultare utile seguire (per un paio di giorni) una dieta ad impatto zero. Si tratta di una alimentazione da seguire per 10 giorni e che esclude i cibi responsabili di tutti i fastidi + quelli che favoriscono la liberazione di istamina o che la contengono: gonfiori, meteorismo, secchezza cutanea, mal di testa, stanchezza, etc.
Cibi da evitare categoricamente e quelli “NI”
I cibi da evitare sono quelli che contengono in maggior rapporto istamina (sostanza che viene liberata quando il nostro corpo ha delle reazioni allergiche):
– formaggi fermentati;
– salame ed insaccati;
– pesce in scatola;
– pomodoro;
– spinaci;
– alcoli, bevande fermentate (birra, vino e superalcolici).
Poi ci sono gli alimenti che stimolano la liberazione di istamina (sempre da evitare):
– cioccolato;
– fragole e frutta esotica;
– carne suina;
– noci;
– arachidi;
– crostacei e molluschi.
Sotto vigile moderazione, invece, si possono mangiare:
– funghi;
– pesche;
– uva passa;
– cibi lievitati freschi (pane, pizza, brioches);
Ecco una dieta ad impatto zero per ridurre il rischio di intolleranze alimentari
Questa dieta va seguita per un massimo di 10 giorni. Poi si può cominciare ad re-introdurre un alimento alla volta (un giorno la pasta e l’altro i latticini – ad esempio), stando molto attenti a come risponde l’organismo. Ricordate di non bere birra o vino; e di condire il cibo con un filo di olio extra vergine d’oliva.
Colazione >> |Tè verde oppure infuso di riso oppure Caffè d’orzo oppure Karkadé| + |Galletta di riso condita con un filo di marmellata senza zucchero oppure Crepes con farina d’orzo o avena, preparate in una padella antiaderente e condita con marmellata senza zucchero o delle frutta| + |Frutta fresca di stagione a piacere oppure Spremuta d’arancia (attenti ad evitare le fragole, le pesche ed i frutti esotici)|
Spuntino >> Un frutto a scelta (escludete dalla scelta le fragole, le pesche ed i frutti esotici)
Pranzo >> |Insalata di stagione senza aceto e con poco sale (evitate i pomodori e gli spinaci) oppure Verdure grigliate o bollite oppure Consommé di verdura sempre con poco sale| + |Pollo al forno o grigliato oppure Pesce al forno o grigliato oppure Carne alla griglia| + |Riso bollito oppure Patate al forno o bollite|
Spuntino Pomeriggio >> Un frutto a scelta (escludete dalla scelta le fragole, le pesche ed i frutti esotici)
Cena >> |Passato di verdure oppure Zuppa di legumi oppure Riso bollito oppure Patate al forno| + |Insalata mista di stagione sempre senza aceto e con poco sale (evitate i pomodori e gli spinaci) oppure Verdure grigliate o bollite| + |Pollo al forno o grigliato o arrosto oppure Pesce al cartoccio o grigliato oppure Carne alla griglia|
Dopo cena >> Una tisana
Fonte: Salute e Benessere