Il viaggio alla scoperta della lingua siciliana continua con un termine che si usa in tante parti dell’isola, ma che non proprio tutti conoscono: “ammizzigghiatu“. Se non l’avete mai sentito dire, è il momento di mettersi comodi, perché oggi lo approfondiremo insieme. Come accade spesso, anche questa parola racchiude in sé un universo di significati e sfumature, tipici della ricchezza espressiva della nostra regione.
La bellezza di “ammizzigghiatu” sta nella sua capacità di catturare un comportamento nella sua complessità: offre uno spaccato di vita siciliana, caratterizzato da intensità emotiva e da un legame tra le persone, il territorio e le sue tradizioni.
Sebbene non sia facile trovare una traduzione letterale, possiamo comunque spiegare in modo esaustivo cosa significa questa parola siciliana: viene usata per identificare qualcuno che è molto coccolato, anche arrivando all’eccesso di essere viziato. Così, non è inusuale che un bambino venga ammizzigghiatu dai genitori o dai nonni.
Facendo una rapida ricerca online, emerge che il termine ammizzigghiatu si usa in diverse parti della Sicilia, da Palermo a Catania, passando per Agrigento. Un po’ tutti lo ricollegano all’infanzia e, soprattutto, ai nonni (che spesso sono un po’ più propensi a viziare i bimbi!).
In tutti i casi, il significato è condiviso. Alcuni, inoltre, lo utilizzano con un’accezione non proprio positiva, per riferirsi a una persona troppo capricciosa o eccessivamente viziata, alla quale la si dà sempre vinta per qualsiasi cosa (quindi anche quando non avrebbe ragione!). Secondo alcuni, potrebbe dunque essere una storpriatura di “viziatu” o “avvizziatu“, ma non esistono certezze in merito.