- Dagli scarti di acciughe e agrumi nasce il più potente fertilizzante esistente.
- Si chiama AnchoisFert ed è una scoperta Made in Sicily.
- La soluzione a costo zero di un team calabro-siciliano.
Anche dagli scarti di lavorazione di acciughe ed agrumi può nascere qualcosa di utile. Si chiama AnchoisFert il nuovo fertilizzante organico scoperto da un team calabro siciliano. Una sensazione scoperta di un’equipe composta da Mario Pagliaro (dirigente di ricerca dell’Ismn Cnr di Palermo), Rosaria Ciriminna del Cnr di Palermo, insieme ad Adele Muscolo e Francesco Mauriello all’Università di Reggio Calabira.
Si tratta di una soluzione a costo zero. Un concime naturale estratto dagli scarti di lavorazione delle acciughe grazie ad un altro scarto, le bucce (cioè il “pastazzo”) della trasformazione industriale degli agrumi, da cui si ottiene il limonene. Il prodotto che deriva dai due rifiuti si è persino rivelato il più potente fertilizzante esistente. Adesso si passa alla fase della produzione industriale.
Dagli scarti di acciughe e agrumi nasce AnchoisFert
AnchoisFert è il nuovo fertilizzante organico “marino”. Per ottenerlo, si lasciano asciugare gli scarti di lavorazione dei filetti di acciuga, dopo averne estratto con il limonene un olio ricchissimo di omega-3, acido oleico e vitamina D. Si è rivelato molto più efficace dei fertilizzanti commerciali, sia chimici che organici, nel promuovere la crescita della Cipolla rossa di Tropea. Il team ha analizzato composizione e prestazioni del fertilizzante.
É così emerso che è ricchissimo di azoto e carbonio in forma organica, ma anche di preziosi flavonoidi, magnesio, potassio, fosforo e zolfo. A differenza di molti fertilizzanti organici, non contiene antibiotici e geni che possano promuovere la resistenza microbica agli antibiotici.
Dopo aver pubblicato lo studio sulle prestazioni di “AnchoisFert”, il team ha pubblicato uno studio sulla fattibilità tecnico-economica del processo “circolare” di produzione del fertilizzante. In Italia, ogni anno, ci sono più di 5mila tonnellate di scarti delle circa 10mila tonnellate di acciughe della produzione dei filetti salati sottolio.
L’acciuga è il pesce più catturato al mondo, con oltre l’11% del totale del pescato mondiale. La gran parte proviene dal Pacifico e si impiega per produrre farina di pesce. Nel Mediterraneo, invece, è pescata da tutti i paesi rivieraschi. Solo nell’area di Sciacca (principale porto di sbarco per le acciughe in Sicilia), sono mille gli addetti alla pesca e alla lavorazione di questo pesciolino. Foto: franzconde – Licenza.