É morto Andrea Franchetti. Viticultore, enologo e produttore che è rimasto conquistato dall’Etna, scegliendo di produrre vino sul vulcano. Dalle tenute in Val d’Orcia, in Toscana, alla Sicilia di Passopisciaro.
- Addio Andrea Franchetti, produttore di vino tra Toscana e Sicilia.
- Un vero pioniere, nato a Roma da madre americana e padre italiano.
- Nel 2000 rimase colpito dalle vigne “arrampicate” sulle pendici dell’Etna.
La scomparsa di Andrea Franchetti
“Andrea era davvero un uomo straordinario, il suo talento e la sua visione erano senza compromessi”. Con queste parole, Alberto Tasca ha ricordato Andrea Franchetti, scomparso il 6 dicembre del 2021.
Era un commerciante di vino, un viticultore, un enologo, un produttore e un appassionato, rimasto colpito dalle terre siciliane dell’Etna. Ha fondato e diretto due delle tenute italiane più note: Tenuta di Trinoro, in Val d’Orcia (Toscana), e Passopisciaro, sul versante settentrionale del vulcano siciliano.
Nato a Roma, da una famiglia nobile e da madre americana, si era trasferito negli Stati Uniti all’inizio degli anni Ottanta, facendo il distributore di vini italiani a New York. Si è dedicato anzitutto alla Val d’Orcia, nel sud-est della Toscana. Gli esperti, però, sono concordi nel ritenere che la sua vera grande impresa, il suo capolavoro, sia stata la “scoperta” dell’Etna, dove è arrivato nel 2000.
La scoperta delle vigne sull’Etna
Nel 2000, durante una visita in Sicilia, rimase colpito dalle vigne “arrampicate” sulle pendici del vulcano, a più di 1000 metri d’altitudine. Decise così di restaurare un antico baglio con cantina, sopra al piccolo paese di Passopisciaro nel comune di Castiglione di Sicilia.
In quegli anni, ancora, il vino siciliano e le etichette dell’Etna non erano note quanto lo sono oggi. Anzi, molti residenti avevano dei pezzi di vigneto, ma i prodotti si vendevano soprattutto sfusi. Andrea Franchetti vide un potenziale non utilizzato e contribuì a rivalutare quel patrimonio di grande valore.
Il suo primo compito è stato di recuperare i vigneti terrazzati abbandonati da tempo e piantarne di nuovi con una densità di impianto di 12.000 piante per ettaro. Il suo arrivo sull’Etna ha contribuito alla rinascita della viticoltura sulla montagna e alla scoperta dei vini etnei da parte del mercato internazionale.
A lui viene riconosciuto il merito di aver fondato concetto dei vini di Contrada, su modello dei cru di Borgogna.