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A un anno dalla morte di Anna Kanakis, il marito, Marco Merati Foscarini, ha accettato di ricordarla in un’intervista al Corriere della Sera. Nata in Sicilia da papà greco, ha vinto il titolo di Miss Italia nel 1977 ed è stata attrice di tanti film e fiction, prima di decidere di dedicarsi solo alla scrittura. “Lei coraggiosa fino alla fine”, ha sottolineato il marito.

“Aveva scoperto un linfoma nel 2018 facendo un esame del sangue di routine” e aveva reagito alla diagnosi “con grande coraggio. E preoccupandosi soprattutto degli altri”, ha raccontato il marito, aggiungendo: “Per due volte la malattia era andata in remissione. Era stata bene“. “Al pronto soccorso Ematologico del Policlinico Umberto I di Roma, ci sono tre targhe che la ricordano. È una struttura geniale riservata ai pazienti con malattie del sangue, ma è pubblica, ha poche risorse e Anna ha rifatto tutto il reparto, dove fra l’altro è mancata. Quella sera, ha chiesto lei di andare. Ha chiamato il professor Maurizio Martelli che ci è sempre stato vicino con professionalità e cuore e gli ha chiesto di ricoverarla“.

Merati Foscarini l’ha accompagnata in ogni momento, fino alla morte: “Non voleva che stessi lì, cercava di mandarmi via, ma non me ne sono andato”. A ogni visita di controllo Anna Kanakis “chiedeva che probabilità avesse. Però dieci giorni prima di morire aveva cambiato il testamento. Forse, aveva capito, ma non lo diceva, per proteggere me. E aveva detto al professore: se ha altre cose che posso fare per il reparto, me lo dica”.

Subito dopo la scoperta della malattia aveva deciso di lasciare i gioielli alla ricerca scientifica. Il primo dicembre a Montecarlo ci sarà l’asta della sua collezione, il cui ricavato della vendita andrà alla Fondazione Veronesi e alla Fil, Fondazione italiana linfomi.

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