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Anna Valdina, la principessa siciliana che sfidò le regole e scelse la libertà

Quando si parla di figure femminili dimenticate nella storia siciliana, spicca sicuramente la principessa Anna Valdina. Vissuta in un’epoca storica dominata dal potere patriarcale, tutta la sua vita è stata segnata dalla lotta per la libertà.

Costretta a prendere i voti da bambina ha lottato con tenacia per cinquant’anni per riuscire a liberarsi da questa imposizione.

A portare alla luce la sua storia nel 2023 è stata la scrittrice Pina Mandolfo, che, attraverso un fortunato ritrovamento di documenti, ha raccontato la sua straordinaria storia nel romanzo “Lo scandalo della felicità“, edito da VandA Edizioni.

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Partendo dalle antiche pergamene delle monacazioni ritrovate presso l’Archivio di Stato di Palermo, nel suo lavoro Pina Mandolfo ha evidenziato la determinazione di Anna Valdina, intrecciando le vicende della sua vita nel convento con gli eventi chiave del tempo e con i tanti personaggi della Palermo spagnola del ‘600.  

La narrazione, intensa e coinvolgente, trasporta il lettore attraverso i tormenti e le battaglie di Valdina, suscitando una profonda empatia e indignazione.

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Il racconto di Mandolfo è una celebrazione della forza di questa donna, un simbolo di resistenza in un mondo che cercava in ogni modo di opprimerla.

Il padre Don Andrea Valdina, spietato e avaro principe della Rocca, le aveva imposto la via del convento, ma con un coraggio e una determinazione fuori dal comune la donna sfidò la volontà del padre, le norme sociali e le leggi umane e divine, scegliendo consapevolmente e con fermezza di non prendere i voti.

Una scelta che griderà in faccia alla badessa e al confessore più volte: “Non mi farò monaca! Non ubbidirò a comandi che ripugnano alla mia coscienza e sono causa della mia infelicità”.

Anna non si fermerà qui, ma pretenderà giustizia, lottando per ottenere un processo e lo scioglimento dei voti professati contro la sua volontà. La donna cercò tutta la vita di liberarsi da quella monacazione coatta, perché era sì donna, ma mai sottomessa: “Pur essendo donna, io sfiderò l’accanimento feroce che si compie su di me”.

Tra i personaggi di spicco nel romanzo c’è anche la figura di Eleonora di Mora, l’unica donna a essere stata viceré di Palermo. La donna aveva ricevuto questo ruolo per via testamentaria, dopo la morte del marito il viceré don Aniello Guzmà y Carafa e restò in carica per soli 27 giorni e il suo nome fu subito cancellato dalle cronache ufficiali.

L’opera di Pina Mandolfo non è solo un romanzo storico, ma una riflessione profonda sul tema della libertà e del riscatto. Il ponte tra passato e presente è tracciato con maestria, portando il lettore a confrontarsi con temi ancora attuali.

Anna Valdina, alla fine della sua lunga battaglia, emerge come una figura emblematica, una donna che al di là dei secoli è pronta a ispirare nuove generazioni verso una ricerca incessante di libertà e giustizia.

Chi è Pina Mandolfo

Pina Mandolfo è una scrittrice, regista e sceneggiatrice siciliana, nota per il suo impegno nella difesa dei diritti delle donne e per la sua sensibilità verso le tematiche legate alla libertà e alla dignità femminile.

Nata a Belpasso, in provincia di Catania, nel 1949, ha dedicato gran parte della sua carriera alla letteratura e al cinema, scrivendo romanzi e sceneggiature che raccontano storie di donne forti, spesso in lotta contro le convenzioni sociali.

Pina Mandolfo

Nel tempo si è dedicata a diversi lungometraggi come “Carpe Diem“, “Silenzi e Bugie” e documentari come “L’antigattopardo, Catania racconta Goliarda Sapienza”, “Donne, sud, mafia: videolettera dalla Sicilia” e “Orizzonti mediterranei: storie di migrazione e di violenze”.

Tra i suoi romanzi più conosciuti “Desiderio sul dolore dell’abbandono amoroso” e “Lo scandalo della felicità“. Mandolfo è stata anche co-sceneggiatrice del film “Viola di mare“, che esplora le questioni di identità e amore in un contesto oppressivo.

Con la sua scrittura, ha contribuito a far emergere figure femminili dimenticate dalla storia, restituendo loro voce e dignità.

Redazione