Il 7 maggio 2013 l’incidente al porto di Genova nel quale perse la vita il 30enne di Milazzo Giuseppe Tusa. Il giovane, che prestava servizio presso la Capitaneria di Porto ligure, al momento dell’impatto, si trovava proprio all’interno della torre di controllo. La porta container Jolly Nero della linea Messina si schiantò come per tragica fatalità proprio su quell’edificio, uccidendo 9 persone.
Il 31 maggio presso il Duomo di Milazzo verrà officiata una messa in suffragio del giovane Tusa, mentre la madre del ragazzo, Adele Chiello, punta il dito contro lo Stato e i Messina, dopo la messa celebrata a Genova dal cardinale Angelo Bagnasco, presso la cattedrale di San Lorenzo:“Di questi fatti non se ne parla più perché i responsabili sono per primi lo Stato e poi i Messina che hanno delle navi carrette vecchie di quarant’anni”. “Costruita come una palafitta dentro l’acqua”afferma la signora Chiello, riferendosi alla torre in cui il figlio Giuseppe ha perso la vita un anno fa. E, rifiutando l’indennizzo di oltre 200 mila euro, chiede la verità anche al procuratore della Repubblica Michele Di Lecce, affinché i magistrati lavorino sul caso al più presto, per capire quanto sono stati utili i soccorsi e sa Giuseppe avrebbe potuto salvarsi.
Sempre a Genova, nella cerimonia di ieri, una corona di fiori è stata lanciata in mare davanti alla punta di Molo Giano da parte di due uomini della Capitaneria e le sirene delle navi in banchina, tutte insieme, con un fischio hanno rivolto un saluto alle vittime: Maurizio Potenza, Michele Robazza, Daniele Fratantonio, Davide Morella, Marco De Candussio, Sergio Basso, Giuseppe Tusa, Francesco Cetrola e Gianni Jacoviello. Un fascio di luce ha segnato nel cielo il punto in cui si trovava la Torre dei Piloti.
E proprio a Molo Giano verrà posta una lapide in ricordo della tragedia. Un monumento mobile, nove “angeli del mare” collocati nell’area portuale – un progetto di Renzo Piano – ricorderà invece le vittime. La nuova Torre Piloti dovrebbe essere costruita entro due anni nella Darsena della Fiera di Genova.
Antonella Trifirò
Strettoweb