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Da alcuni mesi, nei mercati ortofrutticoli siciliani, in particolare nel messinese, si sta facendo strada un frutto mai visto prima in questa regione: l’anona, scientificamente nota come Annona cherimola.

Questo frutto tropicale, che lo scrittore statunitense Mark Twain definiva come “il frutto più delizioso conosciuto dagli uomini”, dopo la Calabria, ha trovato casa anche in Sicilia.

Questo frutto sta attirando l’attenzione per il suo gusto unico e inconfondibile e la sua capacità di adattarsi al clima siciliano sempre più sofferente a causa della siccità.

Un servizio del TG regionale di RAI3 a cura del giornalista Duilio Calarco ha rilanciato la crescente popolarità dell’anona, accendendo i riflettori sulle coltivazioni di Milazzo per documentare come l’anona sia oggi diventata parte della flora siciliana.

Questo cambiamento risponde alla necessità dei coltivatori di trovare alternative alle piante tradizionali, molte delle quali sono state danneggiate dalla mancanza d’acqua.

L’anona, originaria degli altipiani andini di Perù e Colombia, è coltivata da tempo in Sudamerica, specialmente in Argentina e Brasile, per le sue elevate proprietà nutritive e l’alto contenuto di potassio, ideali per gli anziani e le donne in gravidanza. Nelle regioni andine, l’anona viene chiamata chirimuya (o “cuore freddo” in lingua inca) per la sua forma caratteristica, anche se la pianta è più comunemente nota come cerimolia.

In Sicilia, i primi tentativi di coltivazione risalgono all’Ottocento, quando l’Orto Botanico ne introdusse alcune piante poco dopo il Risorgimento. Il frutto, oggi diffuso anche in Calabria, Israele e altre regioni mediterranee, è noto per la sua sorprendente resistenza alla siccità.

Al palato offre un gusto speciale che ricorda un mix di banana, fragola, ananas e vaniglia, un sapore particolare ma apprezzato.

In autunno, il frutto è pronto per essere raccolto. L’albero di anona può superare i due metri di altezza, con frutti di buccia liscia e scaglie verde-giallo, arrivando anche a pesare oltre 900 grammi. La sua polpa, morbida e color crema, si mangia solitamente con il cucchiaino e contiene diversi semi.

In Calabria, dove la coltivazione di anona è più diffusa, si producono anche gelati e sorbetti con questo sapore esotico. In Sicilia, invece, l’anona si trova spesso accanto agli agrumi nelle piantagioni del messinese e del catanese, a dimostrazione della sua capacità di integrarsi a pieno negli agrumeti locali.

Foto da Depositphotos.com