Un tuffo nel passato nell’antica Farmacia Cartia di Scicli
- La bellezza può nascondersi anche nei luoghi più improbabili, come le farmacie storiche della Sicilia.
- Questi luoghi non possono definirsi come semplici botteghe, ma come scrigni da scoprire.
- All’interno delle farmacie più antiche si possono trovare oggetti paragonabili a opere d’arte, che ci fanno fare un tuffo nel passato.
- Oggi ci fermiamo a Scicli, per conoscere meglio una farmacia che ha conquistato anche il Commissario Montalbano…
Nel cuore del centro storico di Scicli, tra ampolle e bilancini, c’è un antico regno dello speziale. Uno dei siti più curiosi della città, che con il suo fascino è anche diventato set cinematografico. La Farmacia Cartia ha aperto i battenti nel mese di luglio del 1902, per volontà di Guglielmo Cartia. Questi decise di aprire una bottega di farmaci ed erbe medicinali, arredandola secondo la moda del tempo. I mobili in legno furono realizzati da un ebanista di Scicli, Emanuele Russino, che copiò alcuni modelli di un’altra storica farmacia, la Spadaro-Ventura di Catania. La bottega, oggi, è un piccolo museo che conserva ancora i preziosi arredi Liberty.
La prima farmacia si trovava al pianterreno del Palazzo Porcelli-Battaglia-Veneziano-Sgarlata, dove era in affitto. In seguito, nel 1985, si trasferì nei bassi di Palazzo Spadaro, di cui la famiglia comprò due stanze. Come abbiamo già detto, i mobili furono fatti a mano. Il dipinto che campeggia sullo specchio principale, all’interno della farmacia, è opera di Gentile. Da tre generazioni i Cartia sono farmacisti e speziali. La farmacia chiuse nel 2002, quando la via Francesco Mormino Penna, in cui si trova, divenne Patrimonio dell’Umanità Unesco. Ancora oggi, comunque, si possono ammirare intatti negli scaffali i barattoli con le essenze naturali, le ampolle, le boccette, i bilancini, le ceramiche e un antico registratore di cassa. La Farmacia Cartia è stata location delle fiction Rai Il Commissario Montalbano e Il Giovane Montalbano. Nel 2014 è stata riaperta al pubblico nella nuova veste di museo, grazie all’impegno dell’Associazione Culturale “Tanit Scicli”.