IL PALOGIO – Ti ho ritrovato in una cassapanca/ vecchio palogio dalla punta aguzza/ e dal legno scrostato per i colpi/ che davi e ricevevi nelle risse./ Ti ho rivisto con gli occhi del fanciullo/ che ti avvolgeva nello spago, attento,/ e ti lanciava con la mano ferma/ facendoti ruotare./ Non chiamatelo trottola, vi prego./ La trottola è un giocattolo rampante/ scintillante di luci e di colori,/ da far girare nelle stanze chiuse./ Il palogio era figlio della strada,/ figlio d'un altro tempo, di altri giochi, /fratello del ragazzo che lo usava/ nelle lotte con avversari forti/ e che con cura poi lo riponeva/ in una tasca dei calzoni corti./ Ero io quel ragazzo e tu, palogio,/ accendi la memoria proprio quando/ gli anni son tanti e la mia mano è stanca./ Non dirmi di lanciarti, non potrei,/ ritorna alla tua vecchia cassapanca.
(C'è stato un tempo in cui molti ragazzi si accontentavano di poco nei loro giochi: ore e ore in strada a lanciare e rilanciare un oggetto piramidale di legno, fornito di una punta metallica e di scanalature ai fianchi nelle quali si inseriva una cordicella. Era il palogio.)
Giuseppe Loteta