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Chi era ‘a Muscalurara? Parliamo di antichi mestieri siciliani, quelle professioni di un tempo, che oggi non ci sono più. Per capire chi fosse, è necessario partire dalla definizione di un termine: “muscalora“, cioè ventagli di palma nana utilizzati per ravvivare il fuoco. La muscalurara vendeva anche cappellacci.

La Muscalurara indossava solitamente una veste ampia e girava portando nelle mani numerosi muscalora. Oltre che per ravvivare le fiamme, si utilizzavano anche per rinfrescarsi in estate. La muscalurara portava anche sul capo molti cappelli di paglia, infilati l’uni sull’altro, poiché aveva già le mani impegnate. I cappelli erano destinati agli uomini, che li avrebbero indossati per lavorare nei campi.

A raccontarci chi fosse arriva, puntualmente, Giuseppe Pitrè, che tanto ha tramandato in fatto di storie e personaggi di Sicilia. Ecco cosa ha scritto della “Za Maddalena”, un personaggio molto caratteristico:

“La Za Maddalena, unica donna (non Palermitana) che a Palermo va a piedi nudi, ha il marito nei guai (in carcere) e, un po’ per
lui e un po’ per la famiglia, vende coffi e muscalora. Le sue sporte ed i suoi ventagli, sono lavorati nelle Grandi Prigioni, con foglie di palma, così pure i cappellacci, che essa, a dozzina, infilati l’uno sull’altro porta sul capo, non potendolo tra le mani”.

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