Antonino Meli, chi era il magistrato scelto al posto di Giovanni Falcone per sostituire Antonino Caponnetto a capo dell’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo. Biografia e carriera: dove è nato, attività professionale, quando e dove è morto.
Antonino Meli nasce a Collesano, in provincia di Palermo, il 19 luglio del 1920. Nel corso della seconda guerra mondiale è stato militare e imprigionato come Internato Militare Italiano. In seguito si sposa e ha sei figli. Diviene magistrato di Cassazione e presidente di sezione della Corte di Appello di Caltanissetta.
Il 19 gennaio del 1988, in una seduta notturna del Consiglio Superiore della Magistratura, riceve la nomina di consigliere istruttore della Procura di Palermo, venendo preferito a Giovanni Falcone. La nomina di Falcone sembrava praticamente certa, quindi il fatto che sia scelto Meli ha suscitato diverso clamore.
Quel posto, infatti, è rimasto vacante dopo le dimissioni di Antonino Caponnetto, che lo ha lasciato confidando nella successione del giudice che perderà poi la vita nella Strage di Capaci. La nomina di Meli viene approvata con 14 voti favorevoli, 10 contrari e 5 astenuti, con la motivazione di una maggiore anzianità di servizio.
L’argomento è strettamente correlato al Pool Antimafia di Palermo, cioè quel gruppo di magistrati che porta all’istruzione del Maxiprocesso di Palermo. Nato da un’idea di Rocco Chinnici, dopo la sua morte viene sviluppato e reso operativo da da Antonino Caponnetto. Il nucleo originario è composto dai giudici istruttori Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello. Viene istituito il 16 novembre 1983 e dura fino al marzo 1988.
Con l’arrivo di Meli, le indagini antimafia tornano ad essere spezzettate tra le varie procure dell’Isola. In un’intervista a Repubblica, in quel periodo Borsellino afferma: “Ci sono seri tentativi per smantellare definitivamente il pool antimafia dell’ufficio istruzione e della procura della Repubblica di Palermo. Stiamo rischiando di creare un pericoloso vuoto, stiamo tornando indietro, come dieci, venti anni fa”.
Nel giugno del 1990, con la riforma, diviene procuratore capo della Repubblica Pietro Giammanco e l’ufficio istruzione viene svuotato di gran parte dei suoi compiti. Il 25 giugno del 1992, durante un convegno organizzato a Palermo da La Rete e dalla rivista Micromega, Paolo Borsellino afferma (poche settimane dopo l’uccisione di Giovanni Falcone):
“Quando Giovanni Falcone, solo per continuare il suo lavoro, propose la sua aspirazione a succedere ad Antonino Caponnetto, il CSM con motivazioni risibili gli preferì il consigliere Antonino Meli. Falcone concorse. Qualche Giuda si impegnò subito a prenderlo in giro, e il giorno del mio compleanno il CSM ci fece questo regalo: gli preferì Meli”.
Antonino Caponnetto, nel corso di un intervista del 1996 di Gianni Minà, durante la trasmissione Storie di Rai2, risponde così alla domanda “Chi ha distrutto il pool antimafia, Meli o Giammanco?”:
“Ognuno ha fatto la sua parte. Meli ha contribuito ad anticipare la fine dell’Ufficio istanruzione, non coordinando più le indagini, esautorando Giovanni Falcone, emarginandolo, non accogliendo alcune delle sue istanze, (…) e ricominciando l’antico sistema di smembrare i processi di mafia, assegnandoli a tutti. (…) Così praticamente smembrò il pool. Vanificò tutto il lavoro che si era cominciato a fare sulle dichiarazioni interminabili – 700 pagine – di Antonino Calderone“.
Antonino Meli va in pensione da capo dell’ufficio istruzione di Palermo nell’ottobre del 1993, per raggiunti limiti d’età. Muore il 16 novembre del 2014 a Collesano, all’età di 94 anni.