Arancino è il sistema di intelligenza artificiale “made in Sicily“, ideato e sviluppato dalla digital innovation company SmartMe di Messina. L’idea è riprodurre il sistema del funzionamento del sistema neurobiologico del cervello umano: scopriamo come funziona.
L’intelligenza artificiale di Arancino
Il suo nome è Arancino, ma non ha nulla a che vedere con la celebre ricetta dello street food. Si tratta, invece, di un sistema di intelligenza artificiale dell’azienda messinese SmartMe, nata nel 2017 come spin off del dipartimento di ingegneria l’Università di Messina.
Possiamo definire questa invenzione come una sofisticata scheda elettronica, in cui un microprocessore e un microcontrollore simulano i due emisferi del cervello. Comunicando attraverso una memoria “sociale” condivisa, usano algoritmi di intelligenza artificiale per prevedere danni, anomali e criticità.
Come funziona e a cosa serve
L’idea di Arancino è riprodurre il funzionamento neurobiologico del cervello umano. L’elemento della memoria condivisa, esattamente come il corpo calloso del cervello umano, fa comunicare fra loro i due emisferi e, a livello superiore, attraverso diversi tipi di connessione (come ad esempio, Bluetooth o WiFi), si relaziona agli altri dispositivi analoghi presenti all’interno di una rete.
I dati vengono raccolti, analizzati, elaborati e consentono il rilevamento in tempo reale di anomalie e difetti dei sistemi e delle apparecchiature che si stanno monitorando. La digital innovation company SmartMe ha sviluppato una soluzione orientata al cloud, che permette l’interscambio di informazioni con gli Arancini. Angelo Zaia, a capo di SmartMe, spiega: “Come tanti ingegneri millennial abbiamo mosso i nostri primi passi nel mondo dell’elettronica sperimentando e imparando con Arduino . La stessa scelta del nome vuole essere anche un omaggio all’architettura hardware con la quale siamo cresciuti. Insomma, per anni ci siamo nutriti di arancini e arduini”.
Arancino può gestire ad esempio le flotte aziendali, ma i campi di applicazione sono pressoché infiniti. Può monitorare grandi infrastrutture come ponti, gallerie e edifici, allo scopo di prevedere anomalie, shock improvvisi e impatti legati ai cambiamenti climatici.
“All’interno di sistemi complessi come gli ambienti industriali una serie di Arancini connessi tra loro sono in grado di informatizzare tutti i processi facendo comunicare tra loro operatori e macchine e mantenendo lo stato di salute del sistema in un’ottica di centralità del fattore umano, di sostenibilità e di manutenzione predittiva”, dice ancora Zaia.