Nella centralissima via Maqueda si trova un edificio molto affascinante. All’interno sono custoditi moltissimi volumi, cullati dall’abbraccio maestoso del legno. Stiamo parlando dell’Archivio Storico di Palermo, che si trova all’interno dell’ex convento della chiesa di San Nicolò da Tolentino, risalente al XVII secolo. Nel 1866 l’edificio venne adibito all’uso di vari uffici e istituzioni, tra cui l’archivio comunale, che venne inizialmente collocato prima nella Sala degli Abbaini e nella Sala Rettangolare. Il primo archivista fu Fedele Pollaci Nuccio (dal 1866 fino alla sua morte nel 1901). Il nucleo centrale dell’archivio è costituito dalla Sala Almeyda. Fu progettata nel 1881 e terminata nel 1885, naturalmente dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda. L’architetto, già progettista del Teatro Politeama, diede vita a un capolavoro di ingegneria per la sua struttura ricavata nel complesso di un antico convento. Per isolarla dall’umidità, creata da una vena d’acqua che scorre nelle sue fondamenta, il progettista realizzò delle intercapedini.
La Sala Almeyda è molto ampia e supportata da grandi pilastri. Ha un’altezza di 17,50 metri, un soffitto a cassettoni e le sue pareti hanno una superficie di oltre 7.000 metri quadrati. Sono rivestire interamente da scaffalature in legno contenenti documenti storici, dagli inizi del XIV secolo alla metà del XIX, riguardanti la storia della città di Palermo, libri e corrispondenze di uomini illustri che hanno legato la loro attività alla città. Per accedere alle scaffalature si utilizza una scala a chiocciola che raggiunge le balconate. Queste sono disposte tutto intorno alle scaffalature a vari livelli, consentendo la consultazione dei documenti in esse contenuti. Sulle balconate, delimitate da inferriate in artistico ferro battuto, sono anche presenti dei leggii per agevolare la consultazione dei documenti. La lettura può anche essere fatta nella cosiddetta Sala di studio che consente una lettura della documentazione in un ambiente silenzioso e raccolto. In questo caso si possono utilizzare dei montacarichi che consentono di portare i documenti al piano terra.
La collezione dell’archivio comprende documenti di storia locale di Palermo dalla fine del XIII secolo fino alla metà del XX secolo, per un totale di circa 15.290 unità archivistiche comprese tra l’anno 1295 e il 1957. Tra questi ci sono le pergamene (certificati) del Tabularium con cui papi e re concessero alla città privilegi, benefici e diritti. Vi sono atti del Senato, appalti, liste di inventario, regolamenti del Consiglio, Cerimoniali, precauzioni, statuti delle corporazioni, l’elenco universale dei beni urbani, cimeli del Risorgimento e documenti successivi all’unità d’Italia. Fra i documenti più rari si possono citare rari manoscritti medievali, lettere autografe di personaggi del risorgimento italiano, come il Re Umberto I di Savoia, il generale Giuseppe Garibaldi e il politico Francesco Crispi, oltre a documenti sulla storia politica ed economica di Palermo.
Foto di Di EnricoRubicondo – CC BY-SA 4.0