Sperimentazione e innovazione per coniugare passato e futuro, ed essere, nel contempo, occasione di aggregazione e crescita di una comunità, ‘rompendo’ gli schemi.
C’è tutto questo nell’edizione 2023 di “Verba Manent”, la rassegna di teatro contemporaneo del Teatro del Baglio di Villafrati (in provincia di Palermo) che è stata presentata ieri.
Il ritorno della rassegna il 22 aprile e i temi
Ad animare la rassegna, che partirà il 22 aprile, e che torna dopo quattro anni, compagnie teatrali le cui produzioni gravitano attorno a due temi: l’emigrazione e la famiglia.
Un scelta tematica spiegata da Valeria Sara Lo Bue, direttrice artistica di Verba Manent che ha premesso: “Il teatro, per Villafrati, piccola comunità di 3mila abitanti, è sempre stato molto importante. L’ultima edizione della rassegna si è tenuta nel 2019, prima della pandemia.
Non aver potuto fare comunità, a causa del Covid19, è stato spiacevole e difficile.
Questa edizione della rassegna, che riparte, vuole riattivare un circolo virtuoso che si era interrotto, cioè l’incontro tra le persone e le varie forme di arte. Dopo aver ospitato in passato compagnie nazionali e internazionali, adesso ripartiamo dal territorio, portando in scena compagnie palermitane. Non è campanilismo, quanto il desiderio di trovare un ‘punto di partenza’, che sia più vicino possibile, per evolversi ulteriormente in futuro”.
In merito ai temi, Lo Bue ha precisato: “Si tratta di due tematiche che in un certo senso si sono autostabilite. L’emigrazione e il viaggio, e la famiglia, sono argomenti molto sentiti in questa comunità”.
Come detto, si parte il 22 aprile con un incontro aperto a tutti, con i protagonisti della rassegna, seguito da una cena sociale e il concerto dei Rakia Bomba Trio, alle ore 22.
Davy Alain Deglave, della formazione musicale ha anticipato: “Sarà un concerto misto e frizzante, un insieme di musica balcanica ed ebraica che renderà omaggio al Mediterraneo.
In scena saremo in tre, ci siamo incontrati nell’estate del 2011 e abbiamo capito che potevamo proporre qualcosa di ‘diverso’. Sentirete suonare percussioni che vengono dai Balcani, fisarmonica e clarinetto”.
“Tripolis” il 29 aprile
Il cartellone di Verba Manent è in divenire. Il primo appuntamento teatrale in senso stretto è fissato per il 29 aprile, quando in scena andrà “Tripolis” di Dario Muratore, tratto dall’omonimo libro del medesimo autore. Lo spettacolo narra la storia della nonna di Muratore, che si trova a Tripoli nel 1942, e si concentra sulle difficoltà di vivere in una terra straniera, anche se da coloni, come nel caso degli italiani in Libia a quei tempi, dello ‘scoglio’ da superare quando ci si ritrova a convivere con una cultura differente dalla propria e delle ‘insidie’ del viaggio.
Dario Muratore, ha commentato: “Sono tutti temi legati tra loro in qualche modo. Il viaggio è anche il desiderio di lasciare un modello familiare e andare oltre il mare. Siamo sempre lo straniero di qualcuno. Il libro e lo spettacolo raccontano lo straniamento degli italiani in Libia. Si è creata una sorta di frattura, sinora, a mio avviso, poco raccontata, che ho voluto ripercorrere attraverso la storia della mia famiglia”.
Le collaborazioni
Il Teatro del Baglio collabora con la Biblioteca Comunale di Villafrati e il Museo delle Spartenze, che fa parte della Rete dei Musei siciliani dell’Emigrazione. “E’ una rete – ha aggiunto Lo Bue – che parte dal qui e ora per andare lontano, per abbracciare altre destinazioni
e realtà”.
I laboratori e il 6 maggio “Paura del buio?”
Il secondo spettacolo teatrale in programma, il 6 maggio, è “Paura del buio?”: portato in scena da Giuseppe Massa.
“Paura del buio?” sarà preceduto da un laboratorio, che si terrà il 4 e 5 maggio, aperto a tutti, non soltanto agli addetti ai lavori. Lo spettacolo racconta la disgregazione di una famiglia e la storia di due fratelli, i quali, forse sul punto di morire, si ritrovano a confronto in un dialogo complesso, come complesso è il teatro, nel tentativo di colmare le loro solitudini.
Giuseppe Massa ha spiegato: “Il percorso dello spettacolo nasce durante la pandemia, nella grande solitudine esistenziale di quel periodo. E’ una pièce grottesca, nella quale due fratelli, distanti per molti anni perché uno dei due è stato un emigrato, si ritrovano a riparare il guasto a un impianto elettrico. Ad un certo punto si rendono conto che il buio sta sovrastando il pianeta. Lo spettacolo vuole indurre a una riflessione sulla realtà contemporanea senza esprimere alcun giudizio.
Noi, esseri umani, dove ci stiamo dirigendo? Una domanda che nasce dalla storia di due fratelli soli, ognuno dei quali è ancora di salvezza e speranza per l’altro.
Ma si ride anche. Non mancano tra i due i dialoghi esilaranti”.
Sul palcoscenico con Giuseppe Massa ci sarà Domenico Salvatore Ciaramitaro che ha commentato: “Sono orgoglioso di aver intrapreso questo viaggio con Giuseppe Massa e di recitare con lui.
La sua scrittura non è mai banale, tanto che lo spettacolo è in dialetto palermitano, una lingua che arriva all’anima con termini che aprono orizzonti su dinamiche che in italiano sarebbe complicato spiegare. E’ una piéce che tira fuori l’origine e la radice di ognuno di noi.
I due fratelli in scena, infatti, potrebbero essere ognuno di noi, sempre alla ricerca di qualcosa. Nel buio accadono tante cose difficili da spiegare, bisogna cercare per non perdersi. I due fratelli compiono un percorso che li porta a contatto con qualcosa di primordiale, le viscere dell’oscurità.
Questa secondo me è la mission del teatro: deve toccare l’anima. E’ come fare l’amore: è qualcosa di complesso e semplice nello stesso tempo ma che non si può spiegare o insegnare”.
L’impegno del Teatro del Baglio, riscatto e resistenza
Insomma, tutto pronto al Teatro del Baglio, che recentemente è stato oggetto di un intervento di recupero, per ripartire all’insegna dell’arte. E nel futuro, nascerà anche una Fondazione culturale che metterà a sistema e in rete le realtà culturali di Villafrati con analoghe realtà nazionali e internazionali. Lo ha annunciato Salvatore La Barbera, presidente del Cda del Teatro del Baglio.
“Noi – ha raccontato – siamo consapevoli del fatto che il teatro non può essere solo un ‘contenitore’ da gestire, perché questo contenitore bisogna riempirlo di esperienze.
Vogliamo rivitalizzare, partendo dalla cultura, la comunità. La nostra ambizione è realizzare pienamente il concetto di cittadinanza attiva. La comunità si ritrova e si riaggrega attorno al teatro per sperimentare forme di condivisione diverse rispetto a quelle imposte dalla società digitale.
Il teatro è capace di dare qualcosa che non si ritrova altrove. Non è solo intrattenimento, diventa occasione di incontro tra tante persone: i ragazzi delle scuole, le consulte giovanili, gli anziani.
Noi lo chiamiamo teatro sociale, teatro di comunità. Non a caso, la rassegna si aprirà anche a tante altre iniziative, in un processo di riscatto del territorio e resistenza, che vuole contrastare lo spopolamento in atto nelle piccole comunità”.
Il teatro inclusivo
Un aspetto sottolineato anche da Caterina Mercante, assessore alle Attività culturali del Comune di Villafrati. “Il Teatro del Baglio – ha detto – non è semplice fruizione ma ingloba la comunità che diventa parte integrante dello spettacolo. Villafrati e il suo teatro vogliono raccontare quello che sta accadendo nel territorio e nella comunità. Un teatro inclusivo che sia opportunità di crescita, di socializzazione e anche di rilancio economico”.
Gli spettacoli del Teatro del Baglio, dunque, oltre a preannunciarsi davvero interessanti e coinvolgenti, saranno occasione per scoprire una comunità che guarda avanti, che vuole il meglio, e che desidera essere parte attiva nella costruzione del proprio avvenire.
(credits photo: Silvana Piatti, fornita dall’ufficio stampa)