Cassazione: via all'articolo 18 anche per gli statali. Il Jobs Act vale anche per i nuovi assunti della pubblica amministrazione.
Come sapete, chi più chi meno, grazie al nuovo statuto dei lavoratori riformato dalla legge Fornero, il lavoratore con contratto a tempo determinato o indeterminato, non è più così tutelato. Il licenziamento può (e avviene) come se si stesse licenziando un lavoratore a progetto e simili, senza tante garanzie.
Il dubbio, se di dubbio si può parlare, è risieduto tuttavia per vario tempo sul trattamento da riservare ai dipendenti pubblici.
IL QUESITO E LA LOTTA:
Il quesito era: almeno loro li tuteliamo oppure gli facciamo fare la stessa fine dei lavoratori alle dipendenze delle aziende private? Ed è stata una bella lotta! Da un lato c'era il governo ed il ministro della PA Marianna Madia (sostenitori della non applicabilità della riforma Fornero anche ai dipendenti pubblici); dall'altro ci sono stati gli economisti che hanno pensato sin da subito, l'esatto contrario.
Ed infine… come avrete capito, hanno vinto gli economisti che con la sentenza della Corte di Cassazione n. 24157 del 2015 hanno esteso il Jobs Act anche ai dipendenti pubblici.
Il che si traduce in:
Secondo i giudici della Cassazione, lo Statuto dei lavoratori riformato dalla legge Fornero deve essere applicato al pubblico impiego. La stessa cosa dunque vale per le nuove norme contenute nel Jobs Act.
I pochi nuovi assunti nella pubblica amministrazione dal 7 marzo 2015 in poi potranno quindi essere licenziati senza obbligo della reintegra e risarciti con una indennità. Questo vale in teoria anche per i 100mila nuovi insegnanti assunti con la Buona scuola.