L’Associazione Archivio Letizia Battaglia nasce per tutelare la memoria della grande fotografa scomparsa il 13 aprile del 2022. Continuerà la catalogazione del corpus dei suoi scatti e sarà uno strumento per intraprendere relazioni con musei e realtà di ogni genere interessate a renderle omaggio e farne conoscere le opere.
La fotoreporter palermitana, testimone di un’epoca e autrice di scatti che hanno fatto la storia, ha lasciato un corpus di opere talmente vasto, che anche provare a farne una stima numerica risulta difficile. L’archivio esiste praticamente da sempre e, a catalogare le foto, aveva iniziato la stessa Letizia Battaglia, sebbene una modalità troppo “metodica” non fosse proprio nelle sue corde: «Era un’artista nel senso più vero del termine», ci racconta Marta Sollima, nipote della fotografa.
Ad aiutarla con i metodi di archiviazione è stato il fotografo Franco Zecchin, che è stato accanto a Letizia Battaglia per quasi vent’anni. Un anno fa è nata un’Associazione senza scopo di lucro, presieduta dalla stessa fotografa, il cui vice era il nipote Matteo Sollima (nella foto in evidenza) e la segretaria Marta Sollima. Dopo la morte, nell’aprile del 2022, è stato necessario riorganizzare tutto, a partire dagli aspetti strettamente pratici.
«Le foto – ci dice ancora Marta – sono un punto di riferimento al pari di saggi storici, grazie alla potenza dell’immagine». Non si tratta soltanto di un’opera di catalogazione e digitalizzazione, sicuramente complessa, ma anche di un lavoro da fare in sede, con musei ma, soprattutto, realtà interessate e sensibili nei confronti di queste fotografie.
Era a quelle realtà che Letizia Battaglia dava la precedenza: «Mia nonna è sempre stata generosissima – ricorda Marta – lì, dove vedeva sensibilità artistica e sociale, si fiondava». Quella dell’Associazione, quindi, è anzitutto un’attività fatta di relazioni personali, lungo un fil rouge che segue quarant’anni di storia della fotografia. Quel fil rouge è passato dalle mani della fotografa a quelle dei nipoti Marta e Matteo.
Nella creazione dell’Associazione, il primo passo è stato circondarsi di persone competenti, come un’avvocato che si occupi delle questioni legali e il curatore e critico d’arte Marco Meneguzzo. Oltre agli aspetti tecnici, naturalmente si apre un mondo vasto e pressoché infinito.
L’Archivio, sebbene sia connesso strettamente a Palermo, non è vincolato a una permanenza fisica nella città, ma potrà avere una natura “itinerante“, per mantenere vive la memoria della fotografa e la sensibilità nei confronti della sua opera. Certo, il capoluogo rimarrà sempre un simbolo ma, ricorda sorridendo Marta, «Mia nonna mi diceva, scherzando: “Te lo puoi portare pure in Cina!”».
Difficile fare una stima quantitativa dei materiali disponibili, ma ciò che sappiamo è che non ci sono soltanto le foto che tutti conosciamo. Così ci sono anche raccolte di tante immagini di viaggi, ad esempio. La fotografa palermitana ha girato il mondo: tra le sue avventure, anche un viaggio in Groenlandia da sola.
Sebbene la Battaglia non amasse molto parlare delle sue foto “minori”, quella definizione di fotografa “della mafia” le stava stretta: «Aveva molta paura delle foto minori – racconta Marta – nel confronto con sé stesso un fotografo ha molto pudore».
Anche se adesso non c’è più, Letizia Battaglia continua a sorprenderci, rivelando aspetti inediti della sua personalità. Le sue foto continueranno a raccontarne la vita e le passioni e l’Associazione del suo Archivio sarà una guida per conoscere meglio quell’infinito universo. Per tutte le informazioni, potete contattare l’indirizzo archivioletiziabattaglia@gmail.com.