Sono cinque i maggiori rischi estivi per gli allergici. A mettere in guardia è Marzia Duse, presidente della Società Italiana Allergologia e Immunologia (Siaip). "Le allergie d'estate non vanno in vacanza – spiega – anzi colpiscono all'improvviso proprio perché in una stagione in cui non sono attese". Mai sottovalutare le conseguenze di frutti di mare, pesche, vespe, acari e polline d'ambrosia.
"In Italia – spiega l'esperta – 9 persone su 10 vengono punte da un imenottero almeno una volta nella vita e il 5-10% sviluppa una reazione anafilattica, più frequente tra gli adolescenti". Per evitare spiacevoli sorprese, meglio non camminare scalzi sull'erba, né odorare da vicino i fiori. Se si mangia all'aperto bisogna coprire cibi e bevande. Il rischio può annidarsi anche in un piatto di spaghetti allo scoglio. I crostacei, come gamberi e scampi, e i molluschi, come vongole e seppie, infatti contengono allergeni e, tipicamente d'estate, se ne fa ampio consumo. Inoltre, "possono contenere un parassita allergizzante, l'anisakis. Le conseguenze – sottolinea Duse – possono andare dall'orticaria allo shock anafilattico".
Neanche la frutta è innocua. In particolare quella con osso come pesche, albicocche e susine: "I sintomi sono in genere un senso di prurito in gola, normalmente non grave. Per evitarlo, vanno consumate sbucciate perché nella buccia si concentrano le sostanze allergizzanti". Attenzione poi a una pianta poco conosciuta, l'ambrosia, che fiorisce in estate, soprattutto vicino strade e ferrovie, perché "Può provocare sintomi simili a quelli delle graminacee, come riniti, congiuntiviti e in alcuni casi asma". In ultimo, dito puntato contro gli acari: in estate vanno in letargo, ma "i loro escrementi, che contengono gli allergeni, si nascondono nei divani e nei materassi delle case al mare o in campagna aperte raramente, e possono così scatenare inaspettate reazioni nei soggetti predisposti".