Bagheria cosa vedere e cosa fare nella “città delle ville” che si trova ad appena 13 chilometri da Palermo. Celebre per i suoi tanti edifici di pregio, si affaccia sul mare, ma conquista anche i più golosi grazie al suo celebre sfincione bianco. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da vedere.
Questa città rappresenta il secondo comune più popolato della città metropolitana di Palermo. Si affaccia proprio sul Mar Tirreno, ma è sovrastata da due monti: Catalfano e Consona.
Riesce ad avere un fascino tutto suo, grazie alla sua grande quantità di ville, in cui trionfa l’architettura barocca. In tempi recenti, ha anche saputo reinventarsi come piccola “capitale” della street art. Perfettamente a suo agio tra passato, presente e futuro, mantiene un’anima difficile da imitare.
Proprio qui è nato il celebre regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, che a Bagheria ha dedicato il film “Baaria“. La città ha anche dato i natali al pittore Renato Guttuso, di cui tutti conoscono il celebre dipinto della Vucciria. Un mix di arte, architettura e cultura, dunque, che conduce fino al mare. Molto famosa è la frazione marinara di Aspra.
Il nome Bagheria deriverebbe dal punico “bayharia”, cioè “zona che discende verso il mare”, o dall’arabo “baḥriyya”, un sostantivo femminile che, tra le varie traduzioni, includerebbe anche quella di “marina” o, più in generale “località marittima” (cfr. Bahariya). Altra ipotesi meno plausibile, lo ricollega all’arabo bāb al-gerib, cioè “porta del vento”.
Uno dei primi riferimenti al nome latinizzato risale al 1134 attraverso la forma Bacharìa, per poi comparire come Baiarìa nel 1573. Il nome con cui la conosciamo oggi è l’italianizzazione del siciliano “Bagarìa“.
L’origine urbanistica della città ha inizio con l’iniziativa del principe Giuseppe Branciforti di edificare Palazzo Butera, ultimato nel 1658. Il tessuto urbano si sviluppa da una serie di costruzioni modeste, in cui alloggiano gli inservienti di Branciforti. Tra il 1653 e il 1697, pur mancando una “licentia populandi”, si realizzano 43 abitazioni.
Tra il 1705 e il 1723 si assiste a un incremento di 137 unità abitative. Nel 1769 si delinea l’asse principale dell’impianto urbano, cioè il corso Butera, ad opera di Salvatore Branciforti. Noto come “Stratuni”, si differenzia così dallo “Stratunieddu”, cioè il corso Umberto I. Vi si trova il Palazzo del Duca di Milazzo, che ospitò anche la regina Maria Carolina d’Austria.
A metà del corso sono presenti i due alti pilastri che costituivano l’accesso secondario alla Villa Palagonia: raffigurano ciascuno due statue armate, con elmi piumati e scudi, tra cui la Giustizia con bilancia e spada. Altra importante arteria all’interno del tessuto urbano è la cosiddetta Corsa Vecchia, diventata successivamente via Ciro Scianna.
Palazzo Butera
Visitare Bagheria significa immergersi nella storia. Il nostro giro inizia a Palazzo Butera, il più conosciuto e visitato dai turisti: d’altronde, siamo nella città delle ville e non possiamo che iniziare da un edificio di pregio. Questa dimora aristocratica è in stile prettamente neoclassico. Ha un portico con colonnato e celle interne che, un tempo, contenevano statue di personaggi celebri.
All’interno si caratterizza per decorazioni di Velasquez e per una bellissima scala a chiocciola, che collega piano inferiore e superiore. Sul portone d’ingresso della torre merlata, vi è una curiosa epigrafe, dedicata al sovrano di Palermo. Giuseppe Branciforti, che volle la costruzione del palazzo, sperava infatti di diventare reggente della corte palermitana (ma non vi riuscì).
Villa Palagonia
La chiamano Villa dei Mostri, per via delle tante statue dalle sembianze grottesche che vi si trovano. Si tratta di un edificio avvolto da un fascino misterioso. Costruita all’inizio del 1700, la volle il principe Gravina di Palagonia. Tra le mura e nel parco vi sono diversi tesori, a cominciare proprio dalle statue. Anche gli interni riservano sorpresa, come il Salone degli Specchi, al piano superiore.
Villa Cattolica
In questa villa ha sede il museo Renato Guttuso. Inaugurato nel 1973, ospita opere che il pittore ha donato alla sua città natale. Oltre alla sua produzione, che racconta oltre quarant’anni di attività, vi sono anche opere di artisti del XX secolo, come Cagli, Mario Schifano, Onofrio Tomaselli, Silvestre Cuffaro, Domenico Quattrociocchi, Pina Calí, Giuseppe Pellitteri.
Le opere di Guttuso spaziano dai dipinti alle sculture, dai disegni alle incisioni e coprono un arco temporale dagli anni Trenta fino alle ultime produzioni dell’artista. Il museo dispone anche di una sezione etnografica nella quale sono esposti diversi carretti siciliani finemente scolpiti e istoriati e di una ricca sezione dedicata alle locandine manifesti cinematografici (donazione Lo Medico).
Chiesa Madrice
Rappresenta un edificio religioso di grande interesse, risalente al Settecento. Voluta dal principe Branciforti, è intitolata alla Natività di Maria ed è presto diventata edificio di culto principale di Bagheria. Dalla facciata esterna non si direbbe che, all’interno, vi trionfano decori in marmo policromo, affreschi e reperti storici. Un grande organo domina la parte alta della struttura.
Chiesa del Santo Sepolcro
È una chiesa maestosa e si caratterizza per la pianta a forma di stella. La prima costruzione risale agli inizi del Settecento ma, nel corso del tempo, ha subito diversi rimaneggiamenti. La facciata è neogotica, in seguito a un importante intervento dei primi anni del secolo scorso.
Corso Umberto I
Rappresenta sicuramente l’asse viario principale di Bagheria e si caratterizza per bar, negozi e attività commerciali. Sempre molto trafficato e vivace, è sicuramente il luogo migliore per un autentico assaggio di vita locale – e per lo shopping.
Museo del Giocattolo
Il Museo del giocattolo e delle cere ha sede nei locali della splendida villa Settecentesca Aragona Cutò. Cinque saloni con affreschi della scuola del Borremans ospitano circa 700 giocattoli che coprono l’arco temporale che va dal 1700 al 1900 e 60 opere in cera orgoglio e vanto della produzione artistica dei ceroplasta siciliani e napoletani del 1700 e del 1800.
In alcuni locali annessi al museo è stato realizzato un laboratorio per il restauro di giocattoli, presepi, cere, statue lignee e in cartapesta. In esso verranno ricostruite le statue in cera, a grandezza naturale che, alla fine del 1700, costituivano il “Museo delle cere della Certosa” di Bagheria.
Molto celebre per il suo mare è Aspra, un borgo marinaro che propone spiagge e calette rocciose. Bagheria si trova nei pressi di alcune delle località più apprezzate per fare un bagno in acque cristalline, tra Capo Mongerbino e Capo Zafferano. Proprio a Capo Zafferano, inoltre, si può fare anche un tuffo nel passato: qui, infatti, i fenici fondarono Solunto.
A Mongerbino c’è il celebre Arco Azzurro (sì, proprio quello della pubblicità dei Baci Perugina). Un’escursione sul Monte Catalfano consente di seuire il Sentiero degli Zubbi (cioè le grotte “verticali”, originate per crolli di grandi massi).
Se passate da Bagheria non potete perdervi lo sfincione bagherese. Si tratta della principale specialità di quest’area. Alto e morbido, viene condito con formaggio tuma, acciughe, ricotta, cipolla, pangrattato e caciocavallo. Si differenzia dallo sfincione che si prepara a Palermo per l’assenza del pomodoro.
Foto di Jpbazard Jean-Pierre Bazard – Own work, CC BY-SA 3.0.