Un nuovo disco per Le Matrioske. Si intitola Bedda Sicilia e rappresenta la vivacità del patrimonio coreutico siciliano nel quale si esprimono con semplicità i colori schietti e decisi e le vicende storiche di una terra dal fascino inesauribile.
Nel nuovo lavoro discografico, il dinamico quartetto siciliano (violino, fisarmonica, chitarra, organetto, tamburi a cornice) suona il suo repertorio più vicino alla tradizione siciliana in versione orchestrina folk, con 8 brani che accompagnano altrettante caratteristiche danze ancora oggi ballate in Sicilia.
Gli strumenti si fondono in un dialogo essenziale che accompagna in maniera fluida i passi di danza. In copertina lo splendido murale di Igor Scalisi Palminteri che, con la sua versione moderna della Santa Rosalia patrona di Palermo, bene rappresenta lo spirito di rinnovamento della tradizione che anima da sempre le scelte artistiche della band.
Dopo anni in cui hanno esportato queste loro versioni delle danze siciliane suonando e tenendo laboratori in importanti festival e rassegne folk (Gran Bal Trad, Sponzfest, Radicazioni, Zingaria, Folkarria, Renofolk), il disco regala circa mezz’ora di repertorio da ballo agli appassionati vecchi e nuovi.
Il ritmo e la facilità d’ascolto, sono caratteristiche predominanti fin dal primo brano, Polka, con violino e chitarra che danno vita ad un crescendo ed un susseguirsi di temi arrangiati sempre in maniera diversa: il clima di rumorosa festa ed energia tutta sicula comincia da qui.
Le montagne delle Madonie sono protagoniste grazie alle loro danze ancora oggi vitali o di recentissimi ricordi storici quali la Sciatamarra (deliziosa forma di mazurka figurata), lo Scotis di Caltavuturo (suonato al banjolino, strumento ibrido un tempo diffuso sull’isola) e lo Scotis di Geraci dal titolo Geraci Balla scritto e arrangiato nel solco della tradizione. La Musetta (polka di Troina) è invece una forma di polka figurata ballata e amata dagli abitanti di Troina e di tutta la provincia di Enna.
Della provincia di Messina sono invece Spunta lu suli (in versione valzer, ma con originali influenze sudamericane) e soprattutto le passate che compongono la danza che più di ogni altra esprime la radice della tarantella siciliana: il Ballettu + Novena di Castanea, eseguiti alla zampogna dall’ospite e polifiatista Antonio Putzu, eccellenza del panorama musicale siciliano.
Come in ogni festa siciliana che si rispetti, è la Contraddanza a chiudere il disco, ovvero una quadriglia “cumannata” dal bastuneri, sapiente “mastru ri ballu” che, in un esilarante siculo-francese maccheronico, scandisce l’andamento della danza.