Non è un albicocca, ma non è neanche una susina. È un biricoccolo. Sentendo questo nome, si ha subito l’impressione di avere a che fare con uno scherzo, e invece si tratta di un frutto che esiste davvero. La denominazione è decisamente buffa, al contrario della storia, che affonda le radici nel passato. Chiamato anche Susinococco, è un frutto antico, noto in Francia dino da 1800, con il nome di Albicocco del Papa o Albicocco Nero. In Italia si coltiva in Emilia Romagna e in Campania, ma si trova anche in Sicilia. La sua coltivazione non è per nulla facile ed è per questo che è abbastanza raro da trovare. Scopriamone le caratteristiche.
Il biricoccolo è un’antica varietà nata spontaneamente da un’ibridazione naturale tra un susino mirabolano (Prunus cerasifera) e un albicocco (Prunus armeniaca). Il frutto è tondo e vellutato al tatto. A prima vista sembra una prugna, ma la buccia vellutata ricorda un’albicocca e così anche il sapore. È, quindi, saporito come un’albicocca e succoso come una susina. Il frutto ha una buccia liscia, sottile, appena pelosa, di colore arancio-violetto. La polpa, dolce, dal sapore che ricorda l’albicocca con la fragranza di una susina, è di colore rosso-aranciato. Per fruttificare necessita di essere impollinato da albicocco o dal susino mirabolano. Le varietà disponibili in Italia sono due e precisamente la Grossa Precoce e la Pruna Cresammola. L’origine della specie è incerta e la pianta non esiste allo stato selvatico. I frutti si possono consumare freschi, ma possono anche diventare confettura. La confettura è lievemente aspra, ma è perfetta per farcire pasta frolla e crostate. Foto: Giuseppe Mesi.