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Si è conclusa con un lieto fine la storia di Arnaldo, un uomo di 83 anni originario della Sicilia che, da otto mesi, viveva nell’aeroporto Marconi di Bologna, perché non riusciva a pagare l’affitto. Dopo la pubblicazione della sua storia sulle pagine de La Repubblica, il Comune, ma anche Caritas e Acer, (l’azienda Casa Emilia-Romagna). Oggi è stato infatti è stato preso in carico dai servizi sociali del Comune di Bologna.

Arnaldo per anni ha vissuto nel Modenese. È un pensionato siciliano: era un consulente vinicolo ma negli ultimi anni, con la pensione sociale, non è più riuscito a permettersi un appartamento. Prima è approdato ai servizi assistenziali della sua città e poi ha cercato rifugio in aeroporto a Bologna.

Nei mesi, estivi, ha dormito fuori dallo scalo ma, con l’arrivo del freddo, si è trasferito nell’area check-in. È sempre stato gentile e rispettoso, tanto da essere stato “accudito” da hostess e steward che gli hanno regalato un sacco a pelo e offerto pasti e caffè.

Arnaldo intervistato da La Vita in Diretta
Arnaldo intervistato da La Vita in Diretta

“Arnaldo ha deciso di trasferirsi a Bologna dove da subito si è insediato presso l’aeroporto, senza che né da parte sua né di alcun altro venisse attivato contatto con i servizi sociali“, ha detto l’assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo al Resto del Carlino.

“Una volta a conoscenza della cosa siamo intervenuti sia con Pris sia con il servizio mobile di sostegno, ai quali vengono segnalate presenze ed urgenze di intervento, e a seguito delle quali vengono regolarmente attivati interventi di presa in carico e protezione“.

“Dispiace – ha concluso l’assessore – aver appreso di questa vicenda solo dagli organi di stampa. Se fosse stata segnalata prima sarebbe stata individuata una collocazione per Arnaldo come avvenuto per altre centinaia di persone anche attraverso il Piano freddo. Vorrei rivolgere un sentito ringraziamento a quanti hanno spontaneamente offerto la propria solidarietà, ma è importante che casi come questi vengano tempestivamente segnalati alle istituzioni competenti per una valutazione sociale professionale per individuare le soluzioni più opportune”.