Secondo quanto riportato da Il Messaggero, cresce il numero dei destinatari del bonus 80 euro: la Manovra 2018, infatti, lo destina a oltre un milione di dipendenti in più. "Un ritocco pensato essenzialmente per risolvere il problema dei rinnovi contrattuali nel settore pubblico, ma che essendo una norma fiscale generale riguarda tutta la platea dei lavoratori dipendenti italiani", scrive il giornalista Luca Cifoni.
Il bonus che si aggiunge alla retribuzione è destinato a chi guadagna tra gli 8mila e i 26mila euro l'anno lordi (il limite fino ad ora era di 24mila euro), ma la legge di Bilancio ha allargato di 600 euro la fascia di applicazione del bonus, che quindi nel 2018 decrescerà fino ad azzerarsi tra i 24.600 e i 26.600 euro.
Scrive Il Messaggero:
Questa modifica non risolve naturalmente l’anomalia dell’eccessiva progressività per i dipendenti pubblici, che viene solo trasferita su una fascia di reddito un po’ più alta, ma ne annulla gli effetti negativi per il solo 2018: il lavoratore che quest’anno percepisce 24 mila euro e il prossimo, con l’aumento, si avvicinerà ai 25 mila conserverà il bonus, se non intatto, ridotto di poco (…) Per tutti gli altri dipendenti che si trovano tra i 24 e i 26.600 euro di imponibile Irpef, e non sono interessati da aumenti retributivi, l’allargamento della soglia si traduce in un beneficio netto di 288 euro l’anno tra i 24.600 e i 26 mila euro di reddito e di un importo più basso sia tra i 24 mila e e i 24.600, che tra i 26 mila e i 26.600. Alle estremità il vantaggio si riduce fino a zero, perché naturalmente chi è a 24 mila conserverà il credito d’imposta nella misura piena di cui godeva già prima, mentre chi ha un imponibile di 26.600 e oltre non aveva alcun bonus finora e continuerà ad non averlo anche nel 2018.