A pochi minuti dall’uscita autostradale Gazzi, risalendo i fianchi di sabbia e argilla di una collina, si arriva al borgo di San Filippo Superiore. La tradizione di questi luoghi è millenaria. Si narra che nel V secolo San Filippo di Agira, proprio qui, avesse preso dimora per diffondere il proprio credo. La storia è indissolubilmente legata ai frati Basiliani e alla loro opera, che portò nel circondario cultura e ricchezza. Lo stesso Ruggero d’Altavilla, prima, e poi anche la casata degli Asburgo, riconobbero ai Basiliani la potestà del luogo, permettendo loro di “governare”. Non mancarono, ovviamente, alcune fasi di declino, ma fino ai primi decenni del XX secolo l’area divenne famosa per essere un’importante zona di lavorazione del grano. Fu culla di colture e tradizioni delle comunità agro-pastorali.
Nel centro abitato del Borgo di San Filippo superiore si trovano le antiche tracce dei monasteri, che un tempo ne erano il fulcro. La chiesa di San Nicola di Bari, del XVI secolo, è sopravvissuta indenne al terremoto del 1908. Una importante attrattiva è costituita dal Museo del Grano, dove si trovano strumenti di lavoro finemente restaurati e si possono scoprire tanti aneddoti. Lasciato il cuore urbano, si scoprono il verde e le fonti che hanno reso prosperosa questa vallata. Sulle sponde delle colline crescono ancora piante officinali, insieme a cespugli e altre essenze tipiche della macchia mediterranea. Non mancano le tracce dei mulini. Alcuni di questi sono ancora in buono stato.
Foto: Fai – Fondo per l’Ambiente Italiano