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Il Borgo Rinato: il programma “Mediterraneo” celebra Borgo Parrini

Mediterraneo di Rai3 fa tappa a Borgo Parrini.

  • La frazione di Partinico, in provincia di Palermo, è tra le località più fotografate dell’estate appena trascorsa.
  • A rendere questa località unica, le sue case colorate, che richiamano lo stile dello spagnolo Gaudì.
  • Il programma della Rai ne ha raccontato la storia e i protagonisti.

“Io compongo frammenti di poco conto, che insieme riprendono forma e vita sprigionando bellezza e speranza”. Con questa citazione, dipinta su un muro, si apre il servizio che la trasmissione Mediterraneo di Rai3 ha dedicato a una località siciliana che ha saputo diventare un vero e proprio fenomeno “social” (e non solo). Borgo Parrini, frazione di Partinico (PA), ha conquistato notorietà e fama grazie alle sue caratteristiche. Nel corso dell’estate appena trascorsa, i suoi edifici coloratissimi e particolari hanno richiamato visitatori dalla Sicilia, ma anche da tutto il mondo. Giuseppe Gaglio, mecenate e ideatore del progetto di rinascita, ha spiegato di aver voluto recuperare quei colori dei quali ci si era dimenticati, come il giallo, l’ocra e l’azzurro, ma anche tanti materiali che si pensava non servissero più a nulla.

Il passato e il presente del borgo

La storia di Borgo Parrini inizia nel XVI secolo. I padri del Noviziato dei Gesuiti di Palermo decisero di acquistare alcuni terreni agricoli nei pressi di Partinico. Agli inizi del Settecento, i Gesuiti fecero costruire in quei terreni alcune strutture, tra cui un mulino, svariati magazzini, torrette di avvistamento per i campieri, abitazioni per coloni e braccianti, ed una chiesetta, che fu intitolata a Maria SS. del Rosario. Dopo la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, nel 1767, la proprietà del borgo passò in mano al principe francese Henri d’Orleans, duca d’Aumale. Il nobile francese creò una florida azienda agricola e, in quei terreni, iniziò la produzione dello Zucco, un vino molto apprezzato nell’Europa del XIX secolo.

A partire dal secondo dopoguerra la popolazione iniziò ad abbandonare il posto, per trasferirsi nelle grandi città. Molti edifici rimasero disabitati per decenni. Negli ultimi anni, grazie all’intuizione di Gaglio e di alcuni residenti, il borgo è rinato. I colori, le forme, le citazioni sulle pareti, costituiscono una grande attrattiva per i turisti, che arrivano numerosi e non vedono l’ora di scattare foto-ricordo.

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Foto di Phil Cherr

Redazione