Le celebri statue dei Bronzi di Riace, tra i pochi originali greci in bronzo del V secolo a.C., tornano al centro dell’attenzione grazie a nuove ricerche scientifiche. Se fino ad oggi si è sempre pensato che fossero finite in mare in seguito al naufragio di una nave diretta a Roma, emergono ora nuovi dettagli che coinvolgono la Sicilia.
La pista delle terre di fusione
Gli esami condotti sui bronzi durante i restauri hanno confermato la loro origine greca. Tuttavia, un recentissimo studio dell’Università di Catania, in collaborazione con l’Università di Ferrara, suggerisce che le terre di saldatura potrebbero provenire dall’area di Siracusa.
Secondo questa ipotesi, i bronzi furono sì realizzati in Grecia ma assemblati in Sicilia, a Siracusa, che nel V secolo a.C. era uno dei centri di potere più influenti del Mediterraneo.
Siracusa, Roma e il bottino di guerra
L’archeologo Luigi Malnati, intervistato da Archeo, sostiene che i bronzi potrebbero essere stati trafugati dai romani nel 212 a.C., durante la conquista di Siracusa nel corso della seconda guerra punica. Probabilmente facevano parte di un bottino di guerra imbarcato su una nave diretta a Roma, naufragata lungo il tragitto. Ma dove?
Le testimonianze di Brucoli
Ad aggiungere ulteriore mistero sono le testimonianze dei fratelli Bertoni, figli di un ristoratore di Brucoli, in Sicilia. Secondo loro, le statue furono ripescate nel 1971, un anno prima del ritrovamento ufficiale a Riace, da sub romani che ne avrebbero venduto una parte.
Un altro testimone siciliano racconta un’ipotesi ancora più inquietante: un boss mafioso avrebbe gestito l’operazione, trafugando cinque statue e due leoni, mentre i due guerrieri oggi noti sarebbero stati lasciati intenzionalmente nelle acque calabresi per depistare le indagini.
Il mistero persiste
Malnati osserva come tutte queste ipotesi siano affascinanti ma prive di prove concrete. Le nuove ricerche nelle acque di Riace potrebbero portare a nuove scoperte, ma resta la possibilità che ulteriori indagini siano necessarie anche in Sicilia.